CAVI |
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Stabilizzatore AVR 3000 Pro - 5000 Pro |
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SCHEDA |
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DESCRIZIONE |
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Visto che non e piu' disponibile sul mercato lo stabilizzatore Diaxing , si e trovato il sostituto a norme CE dello stesso. La ditta produttrice e la stessa e anche le caratteristiche sono identiche tranne che per il display. Questo prodotto e munito di un grosso trasformatore toroidale da 2 KW , dove ci possiamo attaccare praticamente qualsiasi cosa , io nella mia sala prove ho collegato almeno 3 grossi ampli e 3 lettori CD. Quindi nessun problema per i vostri impianti. Con questo accessorio potete sia mantenere la tensione di uscita a 220 volt fissa , controllare il grado di assorbimento dei vostri apparecchi e anche avere una maggiore protezione del vostro impianto. Infatti con questo grosso toroidale siamo praticamente isolati dalla rete e da tutti i suoi sbalzi. Possiamo quindi supporre che il vostro impianto abbia molti meno problemi e una durata sicuramente piu' lunga. Il prodotto come l'altro modello non fa nessun rumore e praticamente ad apparecchi spenti non consuma nulla. L'interruttore posto sulla parte interiore e molto comodo perchè puo' comandare tutto l'impianto. La tensione di entrata puo' variare dai 160 volt fino ai 250 volt , mentre quella di uscita e di 220 volt e 110 volt stabili , con una variazione molto bassa . Una precisazione l'uscita di 110 volt ha una potenza di 1000 watt circa per il modello da 2 Kw.
Dimensioni : Modello AVR 3000 pro - Alt 20 cm - Larg 24 cm - Prof - 31 cm ( circa ) Peso 10 kg circa
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VIDEO YOUTUBE |
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SCHEDA FOTOGRAFICA |
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AVR 3000 Pro
AVR 5000 Pro Vediamo dentro e dietro
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COMMENTI |
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di Silvio Torelli I vantaggi derivanti dall’adozione dello stabilizzatore di tensione; già dal punto di vista elettrico Cercheremo, di rispondere alla domanda se l’adozione di un condizionatore di rete stabilizzatore di tensione per alimentare i nostri impianti Hi-Fi sia una delle tante “fisime” (o “leggende metropolitane” che dir si voglia) oppure se l’inserzione di tale apparato abbia una qualche valenza tecnico-scientifica (senza – per far questo – adottare sofisticate pratiche alchemiche o scomodare i tecnici della NASA). Concettualmente, seguendo la Legge di Ohm, in un circuito avente resistenza elettrica R esistono le seguenti relazioni tra la Tensione V, la Corrente I e la Potenza elettrica P : V = R . IP = V . I = V2/R = I2 . R [1]Questo è sostanzialmente valido sempre perché, nel caso della corrente continua V è il valore della tensione elettrica interessante il circuito e I la corrente elettrica che percorre il circuito; per la corrente alternata, V ed I saranno invece i valori “istantanei” della corrente e tensione, poichè, come sappiamo, essi variano istante per istante. Nel caso della corrente alternata, però, a causa delle le caratteristiche del circuito, che può contenere diversi elementi, ossia resistenza, induttanza e capacità, nel tratto di rete che alimentano la nostra abitazione (lampade al neon di negozi, un’officina, le celle frigorifere di una macelleria o di un supermarket, ecc.) o che alimentano la presa di corrente dove è collegato l’impianto, le due grandezze alternate Tensione (V) e Corrente (I) possono non raggiungere nello stesso istante il loro valore massimo ed il valore minimo. In tale caso le due grandezze si dicono tra loro “sfasate”. Lo sfasamento fra le due grandezze alternate viene espresso in angoli. Una differenza di fase di 90°, ad esempio, significa che un’onda ha raggiunto il suo massimo valore un quarto di ciclo prima (anticipo) o dopo (ritardo) l’altra. L’angolo di sfasamento, nella tecnica, non viene normalmente espresso in gradi, ma con il coseno dell’angolo stesso (cos f = coseno di phi), e si chiama “fattore di potenza”. La potenza elettrica secondo il cos f (la formula di Ferraris) Come accennato, nella realtà è molto raro trovare un circuito costituito da sole resistenze o da sole induttanze, ma di solito i circuiti contengono resistenze, induttanze, capacità. Si verificano quindi, a seconda della preponderanza di uno o dell'altro elemento, sfasamenti fra correnti e tensioni alternate che ricoprono tutti gli sfasamenti intermedi possibili fra i due casi limite, con corrente in ritardo od in anticipo, come, ad esempio, nel diagramma che di seguito riportiamo.
Esempio di corrente in ritardo rispetto alla tensione
Nel diagramma la corrente è in ritardo rispetto alla tensione, quindi si tratta di un circuito dove la presenza di induttanze è preponderante ma si ha una potenza, che però non raggiunge i massimi valori come nel caso di un circuito con sole resistenze. P = V · I · cos f [2] cioè che la potenza di una corrente alternata, comunque sfasata, è data dal prodotto dei valori efficaci della tensione e della corrente, moltiplicati per il "coseno" dell'angolo di sfasamento. Quindi quando non vi è sfasamento, ossia angolo zero, avremo P = V · I · 1 ma se, ad esempio vi è uno sfasamento di 50 °, avremo invece: P = V · I · 0,643 quindi potenza inferiore. L'effetto Joule Una corrente elettrica in un conduttore metallico è, come ben sappiamo, un movimento orientato di elettroni al suo interno (a muoversi sono gli elettroni dei livelli energetici più esterni che sono praticamente liberi). Gli elettroni, nel loro moto, urtano incessantemente contro gli ioni del reticolo del conduttore e trasmettono loro una certa quantità di energia. E' chiaro quindi che gli elettroni, tramite questi urti, comunicano al conduttore del calore per cui esso (il conduttore) si scalda, cioè la sua temperatura (che indica il valore medio dell'energia cinetica delle particelle che lo compongono) aumenta. L'effetto di riscaldamento che una corrente elettrica produce nel conduttore si chiama effetto Joule (in onore del fisico inglese che descrisse il fenomeno attorno al 1840). Vediamo ora come l'effetto Joule può essere espresso matematicamente. Consideriamo un semplice circuito costituito dalla linea elettrica alla quale è connessa una resistenza R e supponiamo di farvi scorrere la corrente I per un tempo t (durante il quale consideriamo che la corrente stessa sia costante). Il calore Q prodotto per effetto Joule risulta (la presentiamo senza dimostrazione) essere : Q = R · I2 · t [3] Questa è la formula che esprime l'effetto Joule. Da essa risulta chiaro che il calore prodotto è direttamente proporzionale alla resistenza, al tempo ed al quadrato della corrente.
OSSERVAZIONI FINALI Come andiamo adesso ad illustrare, c’è da osservare che la dipendenza del calore prodotto dalla resistenza caratteristica dell’apparecchio collegato alla presa dal quadrato della corrente (Legge Joule) di è molto importante. Richiamiamo la relazione [1] (Legge di Ohm) P = V . I e la riscriviamo nella forma [2] del Ferraris P = V · I · cos f Sostituiamo ora dei valori numerici “pratici” alle lettere (per fare un nostro esempio): In un dato momento (e per un dato periodo di tempo di 1 secondo) un nostro amplificatore finale di potenza sta assorbendo circa 200 Watt per canale (circa 400 Watt complessivi) da una linea elettrica a 220 Volt, dove si può rilevare un fattore di potenza uguale a 0,8 e la resistenza dell’apparato sia di 121 Ohm; Per quanto abbiamo visto, avremo, cioè, che: 400 Watt (circa) = 220 Volt x 2,27 Amper x 0,8 E la quantità di calore espressa in Joule prodotta dal nostro amplificatore in base alla formula [3] sarà: Q = 121 [W] x (2,27)2 [A] x 1 [sec] = 121 x 5,153 x 1 = 623,5 [J]
Ma se ad un certo punto, per una delle tante cause che possono verificarsi nella rete elettrica di distribuzione, alla presa dove è collegato il nostro amplificatore non viene più fornita corrente a 220 Volt, ma (per esempio; ma è cosa più frequente di quanto si possa ritenere!)) a 210 Volt e con un fattore di potenza uguale a 0,6; avremo che il nostro componente Hi-Fi assorbirà una corrente maggiore: 400 [W] = 210 [V] x 3,17 [A] x 0,6 In questo caso, la quantità di calore prodotta dal nostro amplificatore sarà: Q = 121 [W] x (3,17)2 [A] x 1 [sec] = 121 x 9,102 x 1 = 1101,3 [J] (Nota: Per analizzare cosa avviene nel caso di un aumento della tensione di linea, basta applicare opportunamente le formule riportate)
Da tutto quanto abbiamo si qui visto possiamo affermare – tra l’altro - i seguenti dati di fatto: - Se, per esempio, la corrente (I) assorbita da un nostro apparato Hi-Fi raddoppia, il calore prodotto in un dato tempo quadruplica; - Quando la corrente supera un determinato valore ritenuto dal progettista dannoso per gli apparecchi inseriti, il filo del fusibile inserito a protezione, conseguentemente al riscaldamento per effetto Joule, fonde, interrompendo il passaggio di corrente; nel caso di una protezione termica o elettronica, questa interviene (in entrambi i casi, cioè, l’apparato andrà “fuori servizio”); - Nel caso (frequente) che un apparato abbia una certa “protezione” costituita - per lo più - da circuiti elettronici, una volta che si induce un assorbimento eccessivo, qualche componente dello stadio di alimentazione in ingresso (generalmente il trasformatore) si brucia. Il commento di Lorenzo sui consigli di Silvio : Caro Davide come sai da molto tempo seguo le pagine del tuo sito che ha il pregio di dare spazio a tutti per pubblicare progetti opinioni ed esperienze varie. Purtroppo però quando si entra nel merito della tecnica non sempre ci si può accontentare dell'esperienza e dell'ascolto. Pertanto vorrei proporre qualche precisazione sull'articolo intitolato "I vantaggi derivanti dall’adozione dello stabilizzatore di tensione; già dal punto di vista elettrico." scritto da Silvio Torelli. Nell'articolo in questione si afferma: "Nel caso della corrente alternata, però, a causa delle le caratteristiche del circuito, che può contenere diversi elementi, ossia resistenza, induttanza e capacità, nel tratto di rete che alimentano la nostra abitazione (lampade al neon di negozi, un’officina, le celle frigorifere di una macelleria o di un supermarket, ecc.) o che alimentano la presa di corrente dove è collegato l’impianto, le due grandezze alternate Tensione (V) e Corrente (I) possono non raggiungere nello stesso istante il loro valore massimo ed il valore minimo. In tale caso le due grandezze si dicono tra loro “sfasate”."
In pratica si afferma che il fattore di potenza in un dato punto della rete dipenda da ciò che si trova a monte di questo punto. In raltà non è assolutamnte vero anzi è il contrario: il fattore di potenza in un punto della rete elettrica dipende solo e soltanto dalla natura del carico che alimenta. Considerando la figura 1. I carichi cha si connettono alla rete di distribuzione risultano connessi tutti in parallelo quindi sono tutti carichi a tensione impressa e come si può facilmente intuire la corrente che scorre in ciascun carico dipende solo dalla sua impedenza equivalente (Z).
Ma questa rimane una piccola inesattezza in confronto a quanto si afferma nel paragrofo delle "OSSERVAZIONI FINALI". Dopo una corretta introduzione dell'effetto Joule il signor Silvio Torelli propone alcuni semplici calcoli in cui correttissime formule di elettrotecnica vengono impiegate in modo a dir poco fantasioso.
Si afferma infatti: "In un dato momento (e per un dato periodo di tempo di 1 secondo) un nostro amplificatore finale di potenza sta assorbendo circa 200 Watt per canale (circa 400 Watt complessivi) da una linea elettrica a 220 Volt, dove si può rilevare un fattore di potenza uguale a 0,8 e la resistenza dell’apparato sia di 121 Ohm; Per quanto abbiamo visto, avremo, cioè, che: 400 Watt (circa) = 220 Volt x 2,27 Amper x 0,8 "
Questa affermazione contiene una contraddizione: Se la resistenza dell'apparato è 121Ohm e quindi l'apparato viene modellato come una resistenza il suo fattore di potenza non può che essere unitario (infatti il fattore di potenza vale zero per carichi completamente induttivi o capacitivi, è unitario per carichi puramente resistivi e assume valori intermedi per carichi che sono frutto di combinazioni di più elementi di natura diversa).
Successivamente si afferma: "Ma se ad un certo punto, per una delle tante cause che possono verificarsi nella rete elettrica di distribuzione, alla presa dove è collegato il nostro amplificatore non viene più fornita corrente a 220 Volt, ma (per esempio; ma è cosa più frequente di quanto si possa ritenere!)) a 210 Volt e con un fattore di potenza uguale a 0,6; avremo che il nostro componente Hi-Fi assorbirà una corrente maggiore: 400 [W] = 210 [V] x 3,17 [A] x 0,6"
Qui le contraddizioni sono almeno 2:
Queste brevi note non servono a sfatare o a confermare l'utilità del condizionatore di rete, ma vogliono soltanto fare chiarezza sull' elettrotecnica che a differenza delle sensazioni all'ascolto è una scienza in cui esiste una verità condivisa da tutti (tranne che dal signor Torelli). Ciao e a presto.
Lorenzo
La precisazione di Silvio: Premesse ----- Precisazione : Le prime recensioni sono prese dalla pagina del modello precedente , essendo la stessa casa e i componenti non cambiano , mi e sembrato giusto inserirle.
Il commento di Carlo Alberto Il mio impianto: Il condizionatore è arrivato ben impacchettato, e la confezione risultava pesante. Appena scartato non ho potuto dire altro che: "BELLO". Veramente bello, da un lato fuoriusciva il cavo di alimentazione che altro non era che il validissimo SB-3 con cui tutto il mio impianto è cablato, dall'altro un display e il pulsante di accensione incastonati in una rifinitura di legno eseguita ad opera Il condizionatore di Davide invece è molto silenzioso, solo un ronzio impercettibile udibile avvicinando l'orecchio e poi, cosa importante, non scalda, Quando l'ho messo in funzione la prima volta però mi ha ---------------------------------------------------------------------- Il commento di Sergio
Caro Davide, un mese fa e passa ho acquistato il tuo condizionatore di rete da 2 k con la ciabatta. Ora mi ripresento per dirti le mie impressioni. Non è una recensione, né una valutazione critica. non ho questa pretesa. solo il racconto della mia esperienza di ascoltatore. Suddivido per punti il discorso. In un'altra mia ti pongo poi un paio di domande su altro argomento. IMBALLAGGIO: l'ho trovato molto accurato, solo un po' scomodo da aprire. solamente un po'. QUALITA' COSTRUTTIVA APPARENTE: ineccepibile per accuratezza. è anche gradevole. INSTALLAZIONE: immediata, facile. RODAGGIO: secondo me, assolutamente necessario . All'inizio con il condizionatore il suono sembra smarrire le coordinate originarie. Specie la coesione sembra venire meno. Direi che occorre molto rodaggio. CAMBIAMENTI: una volta rodato, il condizionatore mi pare che produca dei cambiamenti anche vistosi rispetto a tutti i parametri. Sono cambiamenti in larga parte positivi. Vado a impilarli, cominciando dalla lista dei miglioramenti, molto più lunga;
Vengo alla lista dei peggioramenti. Su questi parametri il condizionatore sembra aver tolto qualcosa all'impianto, specie riguardo al primo:
CONCLUSIONE In conclusione sono soddisfatto dell'acquisto e per parecchi versi molto soddisfatto. L'unico vero limite l'ho riscontrato nell'arretramento dei medio-bassi, come ho sottolineato. Per il resto i parametri sembrano variare tutti e anche notevolmente in meglio, con un ulteriore dubbio, tutto da appurare, sulla coesione: potrebbe benissimo condizionarmi nel giudizio, ribadisco, l'abitudine del mio orecchio alla mancanza di ariosità dell'era ante-condizionatore di rete.
Il mio impianto, di cui sono molto soddisfatto, come ho già avuto modo di dirti, è tutto contrassegnato AM AUDIO:
Multi-Lettore: TEAC 50 con stadi di uscita AM A. Pre: AM Audio A4 Finale: AM Audio A20 reference Diffusori: RM4 IMPROVED Cavi segnale e potenza: AM Audio (gli unici in listino) Cavi di alimentazione: in dotazione
Ciao Sergio ----------------------------------------------------- Il commento di Francesco
Ciao Davide sono Francesco dopo avere provato ed analizzato il condizionatore di rete che mi hai venduto in occasione del Milano Hi-end eccoti le mie impressioni: L'apparecchio si presente con una buono estetica, non scalda e tanto meno è rumoroso. E' facile da collegare, e stabilizza la corrente con approssimazione dal 1% al 2% (riferimento 220 volt) anche se a me la tensione non è mai scesa sotto i 220 volt. Per quanto attiene alla funzionalità, non si perde alcuna dinamica, si acquista un aumento certo della musicalità e rotondità del suono con l'eliminazione dei picchi dinamici dovuti essenzialmente ai rialzi improvvisi di tensione es. volt 245 ( a Milano nella mia zona succede spesso) Comunque giudizio più che positivo, e visto la concorrenza, ottimo rapporto qualità/prezzo. Sicuramente un pezzo da consigliare a chi pretende il meglio dal proprio impianto. Dimenticavo, mi raccomando a tutti di fare attenzione a collegare gli apparecchi del proprio impianto in fase Ciao Davide buon lavoro!
------------------------------------------------------------------------------ Un commento trovato sul newsgroup it.hobby.hi-fi di ottobre 2003
su un semplice trasformatore di alimentazione messo prima dell'alimentazione , questo oggetto oltre che fare la stessa funzione , stabilizza anche la corrente...percio' se ha avuto questi risultati, con un semplice trasformatore , pensate con questo oggetto.... leggete ...... Ieri sera un mio amico mi porta un trasformatore industriale di isolamento da 160VA, un oggetto effettivamente ben realizzato. Con un'alimentazione in ingresso di 230V rende disponibile sull'usicta 230V +/- 15%, e può funzioanre anche con tensioni di 400V. Mi dice: "prova a metterci in serie l'impianto....". Al che mi dico: provo. -------------------------------------------------------------------------- Il commento di Erick ben fatta! come puoi vedere ho volutamente aspettato alcuni giorni prima di farti un report di come sono andate le cose col nuovo condizionatore di rete 5kw rack che gentilmente e prontamente mi hai mandato .. Innanzitutto premetto che la corrente dalle mie parti in questo periodo oscilla dai 222 ai 229 nel pomeriggio e dai 217 ai 224 in serata. Con il condizionatore, in modalita "precision high", si riesce a contenere questo range all'interno del valore 217-223 e devo dire che qusto e' notevolmente rassicurante anche se mi sarei auspicato una precisione maggiore; magari aggiungendo un pacco batterie -dico io- si sarebbe potuto (parlo forse per ignoranza) raggiungere una precisione decimale?!? Veniamo ad altre considerazioni; L'apparecchio e' assolutamente silenzioso e non scalda nonostante vi siano collegati parecchi componenti. L'immagine e' solida e molto bella, anche il posteriore dove si trovano tutte le prese di corrente, compresa l'uscita a 110 volt, e' molto ben costruita con un massello che alloggia le servitu'. Tuttavia, nonostante io abbia frapposto tra la rete e il condizionatore un condensatore (filtro di rete), non sono ancora riuscito ad eliminare alcune interferenze con gli altri apparecchi di casa (vedi il frigorifero ed altri interruttori della luce) che si fanno sentire decisamente sul canale microfonico del mixer ma forse il problema e' da imputare ad altri fattori che ignoro. In definitiva posso considerarmi molto sereno e soddisfatto dell'aggiunta nel mio impianto del nuovo amico condizionatore e in futuro (che spero sia prossimo) quando avro' completato alcuni upgrade atti a risolvere quei fastidi di cui ti parlavo mi piacerebbe chiederti di fare un articolo. In amicizia e stima Herik ---------------------------------------------------------------------------------- Il commento di Carmelo Eccomi qua, a distanza di qualche mese dagli “acquisti” effettuati, ho aspettato che passasse l’entusiasmo iniziale cosi da poter scrivere in maniera più “reale” le mie impressioni sul suono del mio impianto dopo i vari ritocchi a livello di alimentazione. Sinceramente non credevo che curando l’alimentazione delle elettroniche avrei ottenuto risultati del genere… Ho un impianto stereo costituito da un ampli Rotel serie 10 (1062) , un lettore CD Rotel serie 10 (1072), un “vecchio” ma fidato giradischi Technics e delle casse KEF Q 11 a quattro vie. Da quando ho acquistato il tuo condizionatore di rete la voce del mio impianto è cambiata completamente mi sembra di sentire suonare un altro impianto molto più “costoso” del mio. Il condizionatore di rete, dopo ampio rodaggio, svolge egregiamente il suo lavoro, qualche giorno fa provando a mettere “in fase” l’impianto ho provato a collegare le elettroniche senza il condizionatore, volevo sentire la differenza… dopo qualche minuto di ascolto “mi mancava l’aria”… ho rimesso su tutto come prima… (ah, per quanto riguarda la messa in fase dell’impianto stereo effettivamente c’è differenza con le prese di alimentazione collegate in un senso piuttosto che in un altro, non saprei dire se in questo momento l’impianto è in fase, so solo che con questa configurazione suona nel migliore dei modi… per le mie orecchie…). Comunque, se qualcuno ha delle perplessità riguardanti il miglioramento della qualità del suono attraverso la cura dell’alimentazione delle elettroniche il mio personale invito è quello di provare e vi assicuro che non crederete alle vostre orecchie. Dopo l’acquisto del condizionatore di rete, lasciandomi coinvolgere dal risultato ho acquistato il distributore di rete con componenti B Ticino e i cavi di alimentazione delle elettroniche SB3, mi sono ancora una volta stupito dei risultati ottenuti assolutamente inattesi… “DETTAGLIO A TUTTO ANDARE…” Sono un appassionato di musica Blues e suono la chitarra in una formazione blues da anni, molti dei miei CD li ho letteralmente “consumati” ascoltandoli di continuo per imparare le parti della chitarra, molti di quei CD li conoscevo Nota per Nota, quando li ho riascoltati dopo ”la cura” del mio impianto sono rimasto allibito sentendo quanti particolari mi ero perso, “JUST ONE NIGHT” un CD live (favoloso) di Eric Clapton è sempre stato uno dei miei CD preferiti non mi ero mai accorto della ricchezza di suono della chitarra di accompagnamento (si sente a sx) un pò perché la mia attenzione era focalizzata sulla chitarra di Clapton che è molto più udibile ed è al centro della scena sonora un po’ perché effettivamente la mancanza di dettaglio mi consentiva di ascoltare la chitarra di accompagnamento solo in alcuni passaggi. E’ solo un esempio ma da l’idea di cosa vuol dire ottimizzare un impianto stereo. Già da qualche tempo pensavo di sostituire le mie elettroniche con qualcosa di più importante, sinceramente adesso non sento più il bisogno. Per chiudere ti dico che i materiali e la manifattura di cavi, condizionatore e distributore di rete sono veramente eccezionali, e comunque la fattura artigianale dei pezzi da un tocco di “personalità” all’impianto … anche l’occhio vuole la sua parte. Prossimo passo cavi di segnale e di potenza… A presto… Carmelo P |
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