FILTRI, POZIONI ed ALCHIMIE AUDIOFILE
Xindak, Belkin & PureAV, Bada, G&W
Accessori e Complementi – 2 ª parte di
Cristiano Nervi

Sebbene la prova comparativa fra
alcuni filtri di rete di simile impostazione e di uguale
provenienza (cinese) mi abbia parecchio incuriosito portandomi
persino al divertimento, in realtà trasporne l’esperienza
pratica d’ascolto su carta si è rivelata un’esperienza
decisamente ostica, sia per le subliminali differenze fra i
vari apparecchi (piuttosto, era più avvertibile la loro
assenza nell’intero sistema di riproduzione audio), sia per
l’approccio totalmente sensoriale ed empirico adottato.
Dal
punto di vista prettamente tecnico infatti, mi sono ritrovato
completamente all’oscuro delle effettive prestazioni al banco
di misura di questi oggetti, se non addirittura di un minimo
di caratteristiche dichiarate dal Costruttore. Si è trattata
infine di una prova equiparabile alla degustazione alla cieca
di un certo numero di vini, condotta senza conoscerne nemmeno
la tipologia o denominazione e l’annata. E, come per un vino
ignoto, se ne sarebbe potuto infine elogiare le sensazioni,
peraltro in parte soggettive, senza comprenderne i motivi.
Ahimè,
non possiedo alcuna attrezzatura elettronica di laboratorio,
se non un paio di affidabili tester, ma allo scopo mi è
tornato utile un aggeggio, pure questo prodotto da Belkin,
prestatomi dal buon Davide di Audiocostruzioni in grado di
farmi scoprire quanto segue….
BELKIN PUREAV
Power Line Sniffer
Trattasi
di un accessorio di modeste dimensioni, lungo poco meno di 20
cm e largo la metà, piuttosto maneggevole e costituito da un
involucro plastico d’un colore grigio scuro, la cui facciata
superiore è contraddistinta da un piccolo display, sopra al
quale spicca soltanto un tasto argenteo deputato alla
memorizzazione di una qualsivoglia misurazione ed un minuscolo
led verde indicante l’avvenuta alimentazione dello “sniffer”
medesimo. Immediatamente posti sotto la finestra di misura a
cristalli liquidi, si riscontrano altri tre identici tasti, di
cui quello posto più a sinistra permette l’attivazione /
disattivazione di un altoparlante interno, mentre i restanti
due, fra essi ravvicinati, consentono la selezione del livello
di sensibilità strumentale dello sniffer.
L’unità
dimostrativa in mio possesso, infine consente una
rappresentazione visiva e sonora del rumore rosa di linea,
rilevato all’interno di un circuito elettrico operante a 115
Vac oppure 230 Vac, entro una frequenza di 50/60 Hz, offrendo
in definitiva una misurazione semi-quantitativa ma non
specificando di fatto l’unità di misura e la quantità
effettivamente riscontrata, limitandosi ad evidenziare un
certo numero di rettangoli sul display in funzione del segnale
di disturbo rilevato.
In
realtà, il display permette la visualizzazione di due strisce
a cristalli liquidi, di cui la superiore ad indicare una
misura di rumore memorizzata mentre quella inferiore
rappresenta la misurazione in tempo reale, al fine di poterla
immediatamente confrontare con una certa rilevazione
precedentemente salvata.
Occorre
infatti sottolineare che lo Sniffer dispone di una sola
memoria, non permettendo di fatto ne una registrazione casuale
o sequenziale di dati ne, tanto meno, la loro archiviazione
informatica od ancora una semplice stampa grafica.
Su di
uno dei lati corti si riscontra la presa di rete IEC, al
fianco della quale è presente un commutatore d’alimentazione
impostato dalla fabbrica a 115V: un occhio di riguardo va
pertanto prestato a tale commutatore, prima di collegare lo
sniffer alla nostra rete elettrica, al fine di non danneggiare
il piccolo trasformatore interno. La commutazione a 230V è
semplice e resa agevole mediante l’uso di un banale cacciavite
piatto, per muovere la levetta di commutazione sino alla
comparsa della serigrafia indicante la tensione desiderata.
Collegando il cavo di alimentazione, la piccola spia “Power
On/Off si illumina d’un verde intenso, mentre il display a
cristalli liquidi visualizza lo stato del rumore di linea. Ho
inizialmente provato a collegare lo sniffer su ogni presa di
corrente della mia abitazione, riscontrando con mio stupore
l’assoluta assenza di interferenze o rumore rosa nemmeno al
grado di sensibilità più elevato (livello 9 di 9). Colto da
sconforto, non mi arrendo e decido di collegarlo stabilmente
al mio abituale filtro/sistema di distribuzione della corrente
autocostruito: accendo dapprima il lettore CD Krell e il
preamplificatore Audio Research, riscontrando sul display una
sola lineetta sul grado massimo di sensibilità, al limite
pertanto del misurabile. Accendo infine i due finali
monofonici Monrio MP1 et voilà, ecco comparire a display una
lunga serie di rettangolini, quasi a raggiungere il fondo
scala dello strumento. Il trasformatore toroidale di uno dei
due finali inizia poi a ronzare, introducendo sulla rete un
disturbo immediatamente captato dal PureAV Sniffer attraverso
l’aumento ulteriore di una tacca nella misura alla massima
sensibilità strumentale: abilito dunque l’altoparlante
interno, per ascoltare di conseguenza una sorta di perenne e
sgradevole pernacchia la cui intensità appare direttamente
proporzionale al valore riscontrato dall’accessorio della
Belkin.
Bene, ho
appurato che il Power Line Sniffer funziona, anche se avrei
preferito si fosse trattato di una ciofeca.
Ma la
mia curiosità ormai è stata stuzzicata, per cui ho dato inizio
ad una serie lunghissima di prove ed esperimenti, di cui
vorrei sommariamente renderVi partecipi.
Scollego
il mio abituale filtro di rete autocostruito connettendo le
mie abituali elettroniche ad un altro filtro che possiedo da
tempo, un G&W TW02DMKII, una sorta di ciabattona metallica le
cui otto spine (quattro americane e quattro multistandard)
sono filtrate a monte da una cella CLC di buona fattura; su di
una presa libera del G&W connetto ovviamente anche lo Sniffer,
dapprima a monte, poi a valle delle spine derivanti dal
lettore CD, preamplificatore e due finali monofonici a stato
solido e media potenza (max. circa 110W/ch/8ohm) . Con
l’accensione dei due finali il Belkin registra immediatamente
una performance analoga a quella offerta dal mio filtro
autocostruito: in altri termini, i finali (analogo il
comportamento degli Albarry M408II) introducono un’influenza
nella rete elettrica certamente non trascurabile, sicuramente
captata sia dal lettore CD che dal preamplificatore, in
considerazione del fatto che fra le rispettive alimentazioni
non sono posti ne isolatori, ne filtri (l’unico presente,
quello del G&W, è a monte di tutti i rispettivi cavi di
alimentazione), ne ho optato per nessuna sconnessione della
messa a terra (dunque, da ignorante in materia, potrei
desumere possibili loop di massa). I vari posizionamenti dello
Sniffer sulle prese libere del G&W non ha pressoché sortito
differenze .
Scollego
il G&W ed inserisco il grazioso e ben costruito “mattoncino”
nero Bada LB3300, ottenendo un risultato sostanzialmente
sovrapponibile a quello ottenuto con gli altri filtri di rete
sopraccitati, ripetendo pedissequamente le varie prove
menzionate con i miei G&W e Marvel FT400.
Analoga
sorte è riservata anche allo Xindak XF1000-S, sebbene tale
apparecchio sia contraddistinto da un pregevole e più
complesso filtro di rete, in cui spiccano sia induttanze di
diversa foggia e valore che una serie di condensatori verso
massa e varistori agli ossidi metallici, a protezione di
eventuali picchi di tensione.

Foto 1 – PureAV Surge 8 e Xindak
XF1000-S; sul lato dx, il PureAV Sniffer in misura, collegato
alla ciabatta Surge 8. Si noti il quasi fondo scala raggiunto
dal rumore rosa misurato (riga inferiore del display), sebbene
sulla scala di sensibilità più elevata a disposizione (S =
9): misura analoga o maggiore rilevata su tutti gli altri
filtri.
Inondato da una serie di
perplessità sull’efficacia di tali apparecchi anche alla luce
del loro relativo responso quando collegati ad alimentare un
intero impianto di riproduzione musicale o multimediale,
smonto tutto e collego la ciabatta PureAV Surge P8; su di una
presa schuko della quale inserisco nuovamente lo Sniffer e
riaccendo per l’ennesima volta tutte le elettroniche. Il
risultato, evidenziato in foto n°1, è nuovamente confrontabile
a quanto rilevato anche con gli altri filtri di rete, forse
mediamente inferiore di una sola tacca. Noto però di aver
connesso entrambi i finali consecutivamente sulle prese di un
solo lato della ciabatta: scollego un finale per ricollegarlo
sul lato opposto e, a monte, reinserisco lo Sniffer. Sorpresa:
il livello di rumore rosa quasi si dimezza (vedasi in foto n°1
la riga superiore del display, in misura memorizzata ed usata
poi come riferimento). Probabilmente, il sistema circuitale
proprietario di Belkin e denominato “power filter” funziona
ovvero, le due file contrapposte di prese sono filtrate in
qualche modo separatamente e, ai nostri fini, in maniera
qualitativamente valida.
A questo
punto, decido di mantenere in uso la ciabatta PureAV per
collegarle in serie ognuno dei filtri di rete a disposizione,
nelle prese dei quali ho inserito i cordoni d’alimentazione
relativi alle varie elettroniche audio. Per il collegamento
fra la ciabatta Surge P8 ed il filtro di turno, mi affido
inizialmente ad un cavo d’alimentazione Audiocostruzioni SB7;
successivamente, avendo constatato l’ininfluenza del cavo
rispetto al risultato misurato dallo Sniffer, ad un cavo
Audiocostruzioni SB3 e ad uno di mia realizzazione (un cavo
Pirelli a doppia schermatura 3x2,5mmq).
Sia con
il G&W che con il Bada ed il filtro autocostruito, non ottengo
nessun risultato rilevante, anche connettendo le elettroniche
alternativamente sulla ciabatta o, di volta in volta, sul
filtro in uso: in pratica, ottengo nuovamente una misura
oscillante fra il valore misurato dallo Sniffer in foto n°1 ed
il valore memorizzato come benchmark quale migliore
prestazione ottenuta durante il corso di tutte le prove
condotte a vari orari del giorno e della sera. Sul piano
prettamente prestazionale, non rilevo particolari benefici in
nessuno dei principali parametri acustici della musica
riprodotta.
Rimane
ora soltanto lo Xindak, che connetto in una presa centrale
della ciabatta PureAV che, rispetto al cavo d’alimentazione di
quest’ultima, si pone fra quelle utilizzate per i due finali
(rimasti sempre connessi a due prese contrapposte sulla stessa
ciabatta) e quelle adibite all’alimentazione della sorgente
digitale e del preamplificatore.
Collego
infine lo Sniffer alternativamente su ognuna delle prese
rimaste libere: con lo Xindak spento, il rumore rosa rilevato
non si sposta d’un millimetro rispetto alle precedenti misure,
in nessuna delle tre spine libere del Surge P8.
Accendo
conseguentemente lo XF-1000S: come per incanto, lo Sniffer
schizza al fondo scala inferiore, non riuscendo più a
registrare il benché minimo rumore rosa, nemmeno attraverso la
scala a maggiore sensibilità dello strumento. Beninteso,
nessuna elettronica è connessa allo Xindak.

Foto 2 – PureAV Surge 8 e Xindak
XF1000-S; sul lato dx, il PureAV Sniffer in misura, collegato
alla ciabatta Surge 8. Ora lo Xindak è acceso: si noti di
conseguenza il fondo scala inferiore a testimonianza di una
misurazione del rumore rosa irrilevante.

Et
voilà, l’ultimo dei cinesi mi ha fatto lo sgambetto. Ed ora,
quale spiegazione tecnica fornire agli utenti di
Audiocostruzioni, fra cui si annoverano scafati progettisti,
esperti e docenti di settore?? Personalmente, potrei supporre
che l’interposizione del filtro Xindak nel loop creatosi fra i
vari apparecchi, tutti connessi alla medesima ciabatta, ed
avendo tale filtro un grado di complessità circuitale maggiore
rispetto agli altri filtri testati, in qualche modo annulli il
disturbo indotto dai due finali.
A questo
punto decido di connettere le sorgenti digitali ed il
preamplificatore allo Xindak (foto n°2), verificando il
medesimo risultato strumentale: il rumore rosa riscontrato
rimane al di sotto del minimo misurabile dallo Sniffer. In
tale condizione d’uso d’un doppio filtro PureAV + Xindak
connesso in serie e a monte della sorgente e del pre, non ho
riscontrato all’ascolto nessuna forma o sensazione di
costrizione dinamica e prospettica, anche ad alto volume di
musica di qualunque genere. Anzi, forse è proprio attraverso
questa configurazione che riesco ad ottenere una maggiore
pulizia della gamma media, con particolare beneficio
nell’intelligibilità delle voci ed una sensazione di aumentato
silenzio interstrumentale (la musica è fatta anche di pause e
di silenzi, seppur sovente riconducibili a frazioni di
secondo).
Al
termine delle sessioni di prova, fra filtri, accessori e cavi
d’alimentazione, depongo soddisfatto il mio copricapo da
alchimista, caccio in temporanea pensione il filtro di rete
autocostruito, imballo il G&W e mi tengo stretta la ciabatta
PureAV, anche se mi vedrò, mio malgrado, costretto a
restituire il valido Xindak.
Senza
infamia e senza lode il Bada. Già, ma in caso di conclamate
interferenze, questi gingilli funzionano, eccome, anche se le
prestazioni complessive a mio modesto parere non possono
essere confrontabili con quanto esigibile dalle migliori
realizzazioni Nightingale o Nadir, prodotti che vanno peraltro
oltre alla mera filtrazione RF di rete.
Prima o
poi comunque, capiteranno fra le grinfie anche i prodotti
Belkin – PureAV della serie superiore PF: lo Sniffer è
avvisato! Audiocostruzioni pure…..
Buoni
ascolti e sensazioni.
Cristiano
Nevi
marvel147@gmail.com
Le domande di Francesco:
Scusa il disturbo, vorrei porgerti alcuni
quesiti. Fra i distributori da te provati e di cui parli su
audiocostruzioni - a proposito, complimenti per le
interessanti misure e la bella recensione! -, quello che è
risultato il più efficace in ordine all'attenuazione dei
disturbi di rete è stato lo Xindak? Pensi che il suo
inserimento in una catena possa influenzare i naturali
parametri sonori tagliando via alcune frequenze? Ti faccio
questa domanda perché la mia rete di distribuzione, per
fortuna, non è affetta da gravi problemi, ma mi piacerebbe avere a
prescindere un buon distributore di rete, purché, appunto, non andasse a
modificare poi la timbrica dell'impianto. Un'ultima cosa: pensi
che il Bada 3300 abbia un miglior rapporto qualità/prezzo?
Ti ringrazio e ti auguro buon lavoro. Francesco
Le risposte di Cristiano:
Grazie Francesco per il contatto
e per i graditi complimenti: aiutano ad alimentare il mio
hobby per Audiocostruzioni! Lo Xindak è un buon apparecchio e
sicuramente presenta un circuito di filtrazione da disturbi RF
più complesso rispetto a quello di Bada o G&W, sebbene infine
le prestazioni siano allineate, in termini di reiezione ai
disturbi RF. Lo Xindak costa a listino poco meno di 300 euro;
presumo lo si possa acquistare attorno ai 250 euro, se di
regolare importazione ed acquistato presso un
rivenditore che possa anche prestare assistenza (come ad
es. Audiocostruzioni di Carpi).
Investendo 50-60 euro in più a mio parere converrebbe
sfruttare l'attuale proposta di vendita della console
Belkin PureAV PF-30 (listino 390 euro, in vendita a
310-320 euro) che, guarda caso, è proprio l'oggetto
della 3ª parte dell'articolo che hai letto e che proprio
in questi giorni sto redigendo. Oltre ad un'ottima
reiezione ai disturbi di rete ed a quelli reciproci fra
apparecchi, permette una validissima protezione alle
sovratensioni ed alle scariche atmosferiche, proteggendo
in modo migliore l'intero impianto hi-fi, oltre che
antenna, telefono ed ethernet.
L'influenza sulla timbrica complessiva dell'impianto hi-fi è
marginale, in tutti i casi (se la rete 220Vac è buona), ma è
come se il palcoscenico virtuale ricreato dal sistema
fosse più a fuoco rispetto alla prassi. Col Belkin
si risparmia pure sull'acquisto del cavo di alimentazione,
avendo il PF-30 un cavo fisso ma di ottima qualità costruttiva
e grande sezione utile (2,5 mmq x 3). Spero di
esserti stato utile, Cristiano
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