EDITORIALE FEBBRAIO 2021 DIFFUSORI: 1.000€ vs 10.000€, ne vale la pena?
Quando Matteo mi ha coinvolto per affrontare il difficile tema di
confronto fra diffusori acustici appartenenti a due segmenti di
mercato quasi diametralmente opposti, oltretutto scegliendo una
tipologia da pavimento, ad alta sensibilità e dotata di un woofer da
38cm, ho colto la sfida con entusiasmo perché l’alta fedeltà è anche
un momento ludico, di sperimentazione, di esperienza e di ricerca di
quel suono ideale che infine nemmeno sappiamo quale esso sia.
Non ho nulla da aggiungere alla recensione di Matteo, che ho discusso
e condiviso sino al giorno precedente la sua pubblicazione su Youtube.
Potrà sembrare scontato che le differenze qualitative siano
percettibili e che, in un ambiente d’ascolto consono e col resto della
catena ben assemblato, possano essere anche significative. Forse non è
poi così scontato che tali differenze sui principali parametri
acustici, ferma restando la precipua “voce” delle Magnat e delle
Tannoy, risultassero più risicate quando l’amplificazione apparteneva
al medesimo segmento delle Magnat (magari con una prestazione globale
che, di primo acchito, forse poteva interessare anche più
dell’abbinamento con le Tannoy), mentre passando ad un’amplificazione
di rango più elevato l’esito si ribaltava senza ombra di smentita.
Addirittura, un’amplificazione di elevata raffinatezza timbrica poteva
porre in evidenza alcuni difetti timbrici delle pur incolpevoli
Magnat, altrimenti celati da un sistema a monte meno trasparente.
L’esperienza audiofila di @Alex da Milano è il chiaro esempio di un
percorso che riassume efficacemente le mie precedenti considerazioni e
che si spinge ben oltre: passione, graduale esperienza in funzione
delle finanze disponibili, ma soprattutto l’intelligenza e la
curiosità di osare, di andare oltre, di scoprire la differenza fra un
impianto da 2000€ ed uno da 20.000€, al pari di una bicicletta da 100€
(quella che possiedo io) e quella da 10.000€ o più (che possiede
invece un mio amico, il quale ascolta la musica con l’iPhone).
@Teo Boss affina il tiro: alzando sempre più l’asticella del listino
prezzi, il livello qualitativo complessivo sovente sale, ma le
differenze si assottigliano sino a sfociare nelle scelte di gusto
personale d’ascolto.
@Ivan Maltoni aggiunge un tassello fondamentale: un software
inadeguato (leggi: registrazione pietosa) sarà restituito in maniera
ancor più pietosa da un impianto di altissimo livello, così come una
registrazione eccellente potrà rasentare l’evento live con un impianto
dotato di notevole respiro prospettico, coerenza timbrica e tonale,
estensione e grande dinamica.
@Stefano Angelelli ricorda, e le sue sono parole sacrosante, che
l’ambiente d’ascolto e la corretta disposizione dei diffusori al suo
interno, giocano un ruolo “mostruoso” sul risultato d’ascolto
complessivo. Un investimento sontuoso in alta fedeltà potrebbe essere
significativamente vanificato da una stanza dimensionalmente ed
acusticamente inadeguata, come sottolinea anche @Giuseppe
Mazzucchiello.
Avrei voluto citarvi tutti! In ogni caso, vi ho letto tutti molto
volentieri e con grande interesse, anche e soprattutto quei commenti
più critici eppure cortesi ed assennati, che possono aiutare
Audiocostruzioni a migliorare ulteriormente la qualità delle proposte
multimediali e delle recensioni.
In tandem con Matteo, che chiaramente assieme a Filippo e al babbo
Davide, dedica tempo e risorse finalizzate ad un profitto ma con una
proposta web che non ha eguali nell’intero panorama hi-fi nazionale,
abbiamo colto l’occasione di un confronto apparentemente scontato e
non certamente indirizzato ad osannare Tannoy (costa di più, dunque i
margini di guadagno sono maggiori, penserebbe lo stolto che non pone
in conto di quante coppie se ne possano vendere in un mese... €9.000
non si spendono generalmente con leggerezza, nemmeno da parte di chi
ha possibilità economiche ma “rispetto” per il denaro) ed a screditare
Magnat, brand coraggioso per aver concentrato una parte degli sforzi
progettuali e d’investimento in una linea di diffusori voluminosi,
magari esteticamente non all’ultima moda, ad alta sensibilità, quasi
di derivazione “pro”, indicati più per grandi ambienti e grandi
dinamiche, con un occhio di riguardo per il miglior rapporto
qualità/prezzo/profitto possibile.
Il nostro intento è stato proprio quello che ho tentato di riassumere
con alcuni dei vostri commenti: l’alta fedeltà è una passione
peculiare, che certamente scaturisce dalla passione per la musica
(arte sublime!) e dal desiderio di poterla ascoltare nel migliore dei
modi, quanto più vicino al suono reale di voci e strumenti, acustici,
percussivi o elettrici che siano.
Non è detto che il miglior suono riprodotto sia raggiungibile solo con
i componenti in assoluto più costosi del pianeta: se tutti gli
audiofili fossero milionari, in pochi comunque avrebbero il medesimo
impianto, quello più costoso in assoluto! Nessuno di noi possiede il
medesimo ambiente d’ascolto e lo stesso, identico, arredo e mobilio.
Soprattutto, al pari di qualsiasi organo del corpo umano, nessuno di
noi possiede lo stesso apparato uditivo, che presumo sia unico in
ognuno di noi; nessuno di noi può vantare inoltre la medesima
esperienza d’ascolto ed un identico gusto del suono, anche a parità di
gusti musicali.
Ovviamente poi, la possibilità finanziaria da dedicare a questo hobby
è la più disparata: ergo, non faccio fatica a credere che coloro che
oggi hanno investito parte dei loro sacrifici in una coppia di Magnat
vivano felici e si godano al meglio la loro musica preferita, così
come sono convinto che l’audiofilo che con orgoglio sbandieri oggi
l’acquisto delle Tannoy, domani sia pronto a sbavare per l’altro
marchio e modello ancor più costoso! Questi sono i danni collaterali
dell’audiofilìa, nota sindrome talvolta incurabile.
L’alta fedeltà, la più vera e genuina, è quella fatta di tanta
passione, un briciolo di fortuna, ma anche di curiosità verso una
graduale crescita fin dove con criterio è possibile, di curiosità ed
apertura mentale ed uditiva verso le varie soluzioni tecniche e fra
esse antitetiche (valvole, transistor, vinile e liquida, altoparlanti
planari e dinamici, classe A e D, ecc) forti peraltro di un ventaglio
di abbinamenti pressoché infinito.
Infine, badate bene, c’è chi inesorabilmente avrebbe scelto senza
indugi le Tannoy e chi comunque si sarebbe “accontentato” delle
Magnat, considerando ingiustificata la differenza di prezzo in
funzione delle differenze d’ascolto.
Con Matteo abbiamo iniziato con questa proposta (sicuramente ne
seguiranno altre 😊 ) con lo scopo di un sano confronto con i propri
clienti, i websurfer di Audiocostruzioni e/o appassionati di alta
fedeltà a prescindere.