Progetto “Ariosa”
Ciao Davide,
ecco il risultato del lavoro che mi ha lasciato molto soddisfatto;
l’ho realizzato anche con l’aiuto della mia ragazza che mi ha
rinfrescato la memoria su antichi studi di elettrotecnica, e,
pensa, siamo riusciti a godercelo solo per pochi giorni perché
l’obiettivo era di regalarlo.
Purtroppo non sono venute le foto di tutte le fasi intermedie di
lavorazione e mi dispiace tantissimo perché mi ero impegnato molto
a documentare il tutto.
La genesi
Grazie al forum ho
conosciuto tante brave e disponibili persone che mi hanno indicato
alcune letture importanti; in particolare, ho scoperto il sito di
Renato Giussani e mi sono appassionato alle sue spiegazioni sul
DSR ed NPS, tecniche rivolte alla massima ricerca della
ricostruzione scenica e ambientale. Alla fine non ho fatto niente
di simile, ma il tutto è stato fondamentale per ispirare il
progetto.
Conseguentemente ho fissato alcuni paletti che qui riassumo:
-
massima ricerca del dettaglio,
-
dinamica massimamente estesa a tutta la
banda,
-
voci naturali ed esenti dal
pericolosissimo medio-basso rimbombante,
-
ricostruzione verticale della scena
acustica,
-
mantenimento dell’impianto sonoro in
condizioni ambientali variabili
-
eliminazione dell’effetto fluttuante
degli strumenti.
-
evitare l’effetto di ingigantimento degli
strumenti
Se riuscissi a soddisfare questi 7 punti, in sostanza, otterrei
quasi un diffusore perfetto. Ovviamente per fare ciò ci vorrebbe
altro che un povero hobbysta come me, ma se uno fissa comunque
degli obiettivi importanti riesce sempre ad ottenere qualcosa che
si incanala verso la giusta strada.
Appare subito chiaro che il diffusore sarà a torre,
particolarmente alto ed almeno a tre vie.
Premetto che non gradisco la presenza di sub-woofer. Voglio un
sistema “classico”.
Qualsiasi cosa che si progetta dipende molto dai componenti che si
trovano e purtroppo oggi non c’è più l’assortimento che si poteva
trovare 10/15 anni fa, quando costruii con un amico un bel due
vie.
Ho adocchiato principalmente i prodotti Vifa e Seas, introvabili
nella mia regione, allora ho provato a comprarli su e-bay, ma non
ho vinto manco un’asta e alla fine sono tornato su componenti
italiani come Ciare e Sipe che, quantomeno, costavano
relativamente poco ed erano conosciuti da molti, cioè commentati
parecchio nel bene e nel male.
Tutto sommato è meglio perché quando si inizia una esperienza del
genere bisogna farlo con semplicità, accontentandosi di poco,
magari confortati da chi già ci è passato…
Ho acquistato il software AFW e devo dire che sembra davvero
completo, anche se dal punto di vista informatico è un po’ strano,
ma quale programma del settore non lo è? Avrò provato una decina
di shareware senza capirne realmente manco uno.
Sulla configurazione mi sono sbattuto molto e ho trovato molte
difficoltà a far coincidere le fasi acustiche agli incroci. Ho
provato un classico 3 vie con mid-range a cupola, oppure un 2 vie
e mezzo con 2 woofer da 17 cm, poi ad usare dei piccoli largabanda
come mid-range, ma infine la soluzione, diciamo, più realizzabile
è stata quella di un 3 vie con un woofer da 17 cm come medio-basso
e un woofer da 20 cm come basso tagliato sotto i 300 Hz. In poche
parole mi è sembrato più semplice pensare ad un due vie e di
completarlo successivamente con una terza via.

le
fasi iniziali
Le specifiche
A questo punto, scelta la
tipologia degli altoparlanti, non manca che focalizzare meglio le
specifiche di progetto:
-
altezza del diffusore importante, oltre
1.20 m.
-
altezza del tweeter da terra ad almeno
1m,
-
fasi acustiche agli incroci coincidenti,
-
estensione dinamica possibilmente fino a
30 Hz,
-
caricamento pneumatico per il mid-woofer,
-
basso incrocio per le due vie inferiori,
-
distanza tra mid-woofer e woofer
proporzionata alla lunghezza d’onda della frequenza d’incrocio,
-
enfasi per le alte frequenze (sopra i
12KHz) per ampliare il fronte orizzontale della scena sonora,
-
polpa di cellulosa smorzata per il
mid-woofer,
-
sfruttamento dell’effetto specchio del
pavimento,
-
reflex anteriore con bocca di carico nei
pressi del woofer per limitare i ritardi di emissione e
facilitare la collocazione in ambiente,
-
mobile altamente smorzante,
-
posizione del mid-woofer superiore al
tweeter per l’eliminazione delle fluttuazioni di voci e
strumenti,
-
ottimizzazione delle diffrazioni sul
baffle frontale.
-

la
sezione con incastri a sinistra e la struttura incollata a destra
I componenti
Ho voluto
provare a tutti i costi il nuovo tweeter della Sipe DT25/80P8 dato
che ha sulla carta delle caratteristiche molto belle, inoltre è al
ferrofluido ed era necessario per la mia esigenza di incrociare
molto in basso.
Ho
scelto poi il Ciare HW161N come medio e il Ciare HW211 come basso.
Quest’ultimo è un po’ irregolare nella risposta, ma dai 300 Hz in
giù ha un gran bel comportamento. Inoltre è economicissimo e
sembrava quasi un peccato non adottarlo.
Non
mi sono preoccupato molto dei parametri di Small-Thiele (S&T),
riservando ad essi solo un’attenzione essenziale perché, ammetto,
non ho ancora acquisito una comprensione sufficiente del loro
significato. Mi sembra che certe linee guida, di solito applicate
per una corretta scelta degli altoparlanti, non trovino sempre
riscontro nelle simulazioni software.
Penso
anche che se non si è in condizioni di misurare gli altoparlanti
prima di usarli, non si avrebbe comunque nessuna certezza di fare
un buon progetto affidandosi solo ai parametri di S&T dichiarati
dal produttore: so di tolleranze che possono superare il 30%.
Credo che le curve proposte nei cataloghi siano invece redatte
mediando su un campione d’altoparlanti, quindi preferisco
affidarmi maggiormente a queste. Inoltre, grazie ai simulatori
software che abbiamo a disposizione oggi, penso che si possano
avere meno pregiudizi sui parametri di S&T, siccome si riescono a
trovare volumi e soluzioni adatte a tutti i tipi di altoparlante.
Per
fortuna AFW consente di importare le curve (con un po’ di lavoro,
per carità) e di ricavare i parametri di S&T da esse. Seguo questa
procedura, ovviamente confrontando poi i risultati ottenuti con il
catalogo: che sorprese, che differenze! Quando i risultati sono
parecchio discostanti allora preferisco rinunciare a quel
componente perché non so più di cosa fidarmi o almeno penso ci
siano tolleranze troppo lasche. Se invece le differenze sono
minime, accettabili, auspico che una eventuale misura non desti
particolari sorprese.
Il filtro
Il crossover è stato un dolore. Oggi non si trovano più i
componenti. Ho girato diversi negozi “storici” di elettronica, ma
niente. Non si trovano assolutamente condensatori elettrolitici
non polarizzati e tantomeno condensatori al poliestere di valore
sopra 1 μF. Per fortuna ce li ha un
negozio, l’ultimo rimasto nella mia città, che vende ancora
altoparlanti, mixer e... ricambi per rasoi. Il prezzo non scherza
però. Sopratutto levita perché non ci sono le misure che mi
servono, devo così comporre al meglio con quello che c’é e
comprare molti componenti.
Gli incroci sono stati
scelti in modo che le fasi acustiche coincidano nel range più
ampio.
Il filtro è quindi di
tipo asimmetrico e le frequenze di incrocio scelte sono:
-
Tweeter Passa alto = 2900 Hz 2°
ordine di Butterworth
-
Mid-woofer, Passa banda:
-
Passa basso = 1530 Hz 2° ordine in
allineamento libero
-
Passa alto = 256 Hz 1° ordine di
Bessel
Woofer, Passa basso = 275 Hz 2° ordine in allineamento libero.

Componente
|
Valore |
Tipo |
L1 |
1.30 mH |
Induttanza con
traferro |
L2 |
0.48 mH |
Induttanza in aria |
L3 |
4 mH |
Induttanza in aria |
R1 |
12
ohm – 5 Watt |
Resistenza ceramica |
C1 |
100
μF |
Cond. Elettrolitico
non polarizzato |
C2+C3 |
8.3 μF |
Cond. al poliestere |
C4+C5 |
7.8 μF |
Cond. al poliestere |
C6+C7+C8 |
6.26
μF |
Cond. al poliestere |
C9 |
82 μF |
Cond. Elettrolitico non polarizzato |
Per il
futuro sarebbe meglio mettere un piccolo poliestere da pochi
μF in parallelo a C1.

Il
dettaglio del filtro
La costruzione
Ho studiato per mesi come imitare le Audiolab Delta4 che erano il
mio modello di ispirazione iniziale. Poi ho desistito e ho deciso
di fare il classico parallelepipedo che fanno tutti, in fin dei
conti ho scritto di voler iniziare con componenti alla portata dei
mezzi e poi costruisco mobili sofisticati?
Le simulazioni mi suggeriscono per il mid-woofer un volume da
25/30 litri in sospensione pneumatica e uno smorzamento inferiore
a 0.5, quindi medio basso “stra-veloce” e assolutamente poco
rimbombante. Per il woofer invece un caricamento reflex in 40
litri e accordo a 30Hz. Forse ho un po’ esagerato, un accordo a
40Hz era più equilibrato ed indicato, ma io ho voluto estrarre il
più possibile frequenze da quella cassa.
Scelgo il legno che, si sa, è conveniente che sia per ragioni
acustiche o MDF o multistrato marino. Vada per il primo,
facilmente lavorabile, disponibile ed economico. Lo acquisto e lo
faccio tagliare. Ritengo di dover consigliare di scegliere lo
spessore dei pannelli di MDF solo tra queste quattro misure perché
sono le più facili da trovare: 6,8,10,16 millimetri. Le misure
superiori presentano un legno molto meno denso e più friabile, di
minor qualità e più sensibile all’umidità.

la modifica al filtro a notte fonda
Decido di usare dei pannelli da 1 cm incollati a coppie per
raggiungere i 2 cm e per avere le forme per gli incastri. La colla
però fa spessore, anche se minimo, e il tutto si può tradurre alla
fine in forme non perfette e misure che non tornano. Ricordiamoci
che i nodi vengono al pettine e l’ultimo pezzo da montare pagherà
per tutte le tolleranze e imprecisioni dei precedenti. Le mie
difficoltà sono amplificate dal fatto che non ho il minimo
attrezzo, tantomeno morse. Per incollare in squadra creo dei
virtuosismi da circo con tavoli, muri e utilizzando pesi di ogni
tipo.
Il
pannello frontale lo buco prima di incollarlo perché non ho
utensili, se non una sega a mano da traforo con cui ho fatto un
totale di 16 buchi su legno da 8 e da 16mm (alla faccia del
traforo). Quando si è freschi si fa un buco ogni quarto d’ora, poi
i tempi si allungano allo sproposito e si va a letto tardi e
sporchi. La fatica e il sacrificio è dettato dal fatto che il
falegname più onesto mi ha chiesto 50€ forfettari per tutti i
buchi, alcuni mi hanno applicato la tariffa di 5€ a buco per
qualsiasi dimensione. In Liguria questo non sia mai.
Ogni
volta che si incolla qualcosa, nell’arco delle 36 ore successive
va ripassata la colla nei bordi almeno due volte per colmare le
fessurazioni. La colla vinilica tende a restringersi e lascia
delle fughe al ritirarsi.
Prima
di tappare le casse con la base e il coperchio, devo passare la
nafta o catramina all’interno, cosicché oltre a proteggere l’MDF
che è sensibilissimo all’umidità, lo guarnisco completamente per
gli scopi audio.
Per
il vano superiore, ermetico, uso lana di vetro come assorbente
acustico. Ne ho trovata una meravigliosa dotata di velina
protettiva che dovrebbe garantire una vita lunga alla fibra. Non
mi preoccupo del pericolo di polverizzazione della lana in quanto
la cassa è chiusa.
Invece nel vano inferiore, che rimane aperto dal raccordo reflex,
metto una spugna acrilica più costosa, ma in poca quantità, appena
una copertura delle pareti principali. Non ho avuto il coraggio di
comprare il bugnato a causa dell’altissimo costo che ha.
Il
condotto reflex lo realizzo comprando dei tubi di scarico in
plastica bianca.
Quando si
sceglie la posizione del tweeter sul pannello, bisogna pensare che
bisogna farlo con precisione ed augurarsi di trovare un punto in
cui non subentrino altre riflessioni dannose. Il simulatore mi ha
permesso di verificare le variazioni che ora mostro:
A
B
C
D
Figura 1
– A) tweeter in posizione perfettamente centrale, B) tweeter a 9
cm dal margine sinistro, C) tweeter a 6 cm dal margine sinistro,
D) tweeter nella posizione improbabile di 3 cm dal margine
sinistro.
La
linea tratteggiata è centrata sui 4000Hz. Ho scelto la
configurazione B.
Per
migliorare l’aderenza dei pannelli frontali e rendere più
gradevole l’aspetto del parallelepipedo, contorno l’anteriore
della cassa con una cornice a quarto di tondo in pino. Gli angoli
a 45° della cornice li faccio a mano con un seghetto da ferro.
Sbaglio le inclinazioni, non tornano le forme, rompo la lama….
Insomma è stata la cosa più faticosa in assoluto di tutto il
processo costruttivo. Con la raspa ci si aiuta, ma sembra di non
finire mai.
Arriva il momento di introdurre gli altoparlanti e di verificare
le misure. Qualche difetto c’è, anche perché non tutti sono uguali
al millimetro, io ad esempio scopro che uno dei due woofer è più
largo dell’altro di addirittura 2 mm. Bisogna allora lavorare di
raspa per il buco più interno e di carta vetro per quello più
esterno.
Io
avrei voluto verniciare il tutto, ma i familiari e gli amici
spingono per l’impiallacciatura. Forse l’azione più furba sarebbe
stata chiudere le casse, impiallacciarle e poi bucarle con
apposito utensile. Io di apposito non ho nulla e quindi mi trovo a
impiallacciare con gli altoparlanti già montati. Ecco allora con
il taglierino e la carta vetro che si modellano le strisce di
legno noce autoadesive.
Aspettatevi sempre la fregatura dietro l’angolo: le mie casse sono
lateralmente da 30cm, le strisce di impiallaccio le vendono da
20cm e pensavo che con 3 strisce potessi fare 2 lati delle casse.
Peccato che scopra poi a casa che le strisce variano da 19,6 cm a
19,9 cm e che quindi non riescono a coprire la larghezza
richiesta. Sono arrivato vicinissimo al turpiloquio blasfemo. Mi
arrangio, certo, ora il lavoro è più lungo perché devo ricavare
dei riporti. A causa di questo passo altre nottate in bianco.
Alla
fine ce la faccio, le strisce si incollano non proprio facilmente
con il ferro da stiro, per cui penso che un’altra volta le
prenderò senza colla: mentre si passa il ferro bisogna stare
attenti a non esagerare con la temperatura (io ho impostato il
livello II, credo per tessuti sintetici) e, accompagnandosi con
uno straccio, premere forte per diversi secondi lasciando
lievemente raffreddare, sennò si stacca di nuovo in quanto la
colla calda è molla.
Qualche giorno dopo si formeranno delle bolle o dei limitati
distaccamenti che occorrerà riappianare con il ferro da stiro.
Con
un po’ di stucco del colore apposito elimino i difetti più
evidenti.
Infine monto il crossover in un vano centrale che ho ricavato tra
le camere del woofer e del mid-woofer e realizzo un semplice
cassettino.
Il
peso di una cassa, misurato sulla bilancia, è di 30 chili esatti.
L’altezza è di 132 cm compresi i piedini ed è larga 26 per 30 cm
di profondità.
L’ascolto
La mia sala è una 5x5x3
metri, quindi 75 metri cubici su base quadrata. Disposizione
dell’ascoltatore ottimale a triangolo isoscele con porta aperta
dietro alle spalle.
Nessun tappeto, ma tanta roba. L’impianto è costituito dal
sintoampli Denon AVR 2105 collegato ad un lettore DVD da cui al
momento prendo solo l’uscita analogica già convertita. Cavi da
impianto elettrico da 2,5 mm di sezione.
Non
è il momento di cercare certe raffinatezze, secondo me la musica è
già ben rappresentata e prima di tutto i diffusori devono passare
qualche test. Il miglioramento dell’impianto non potrà che essere
benefico.
Faccio un ascolto generico, un po’ di tutto e rimango estasiato,
ad ogni modo, dalla bellissima scena acustica e l’analisi delle
frequenze passa in secondo piano.
Le
mie casse comunque non hanno nessun basso rimbombante, questa è la
prima notizia che posso dare
Le
voci sono cristalline sempre limpide ma anche corpose; anche
quando la batteria è picchiata con vigore e la chitarra elettrica
distorce la voce rimane perfettamente intelligibile.
Nell’insieme avverto, però, un calo nelle frequenze mediobasse,
non saprei dire esattamente quali non avendo strumenti di misura.
Dopo
circa 20 ore di rodaggio mi sembra che il suono sia lievemente più
omogeneo, ma non ancora lineare come vorrei. Ascolto registrazioni
di classica con Vivaldi, lirica con Rossini, passo al rock con,
perdonatemi, Bon Jovi, poi ancora Avril lavigne, Smashing pumpkins
e torno all’acustico con la colonna sonora della “Stangata” e la
chitarra country/folk di Beppe Gambetta.
Gli
acuti sono dettagliati e ariosi, inizialmente pensavo taglienti,
ma forse solo perché sento pochi medio bassi. I violini sono
rappresentati in maniera direi perfetta. Qualsiasi rumore presente
nella registrazione si manifesta intonso: grande tweeter questo
della Sipe, senza gradini, sempre equilibrato a tutte le
frequenze.
Sento i cantanti lirici sopra il palco esattamente nella posizione
in cui si devono trovare: posso distinguere perfettamente che le
voci maschili sono lievemente più alte di quelle femminili.
I
bassi profondi mi stupiscono davvero, il suono mi piace sempre di
più, non vorrei che invece di migliorare il rodaggio, fosse il mio
orecchio ad abituarsi, cosa possibilissima.
Allora invito i colleghi vengono a casa mia ad ascoltare e a darmi
un parere. Sono tutti grandi ascoltatori di musica, ma stranamente
nessuno possiede un impianto di grido. Frequentano però il teatro
e uno di essi è stato qualche giorno prima ad uno stage di
chitarra da Gambetta in carne ed ossa. A quest’ultimo chiedo se
riconosce la chitarra del famoso musicista. Mi ha detto che non
solo la riconosce ma che è proprio lì che suona, davanti a noi.
Io
però continuo a sentire una mancanza nei medio bassi, allora
riprendo in mano il simulatore e analizzo con cura. La risposta in
ambiente sembra abbastanza piatta e le mie considerazioni si sono
basate particolarmente su questa. Se però analizzo la risposta
simulata in camera anecoica, appare una differenza effettiva di 3
dB tra il gruppo delle frequenze sotto i 600Hz e quello sopra.
Quindi più l’ambiente influisce sul suono più questo dovrebbe
risultare equilibrato. Sarebbe buona cosa, fintanto che l’ambiente
rimanga compatibile con il progetto. Simulo allora un ambiente più
grande, da 200 metri cubici e sembra che anch’esso linearizzi la
risposta del sistema senza far mancare affatto le mediobasse
frequenze.

Figura 2
- Simulazione in ambiente (75 m cubici) ai terzi d'ottava, a
due metri di distanza e un metro di altezza.
In ogni caso io la differenza la sento, i miei colleghi e la mia
ragazza no.
Agisco sul crossover
cambiando un condensatore del woofer e migliorando ulteriormente
la coincidenza delle fasi acustiche e alzando di circa 25 Hz la
competenza dell’altoparlante.
Poco, ma in ogni modo un affinamento positivo. Il suono mi pare,
ma forse più per autoconvinzione, meglio raccordato.
Forse più che da un calo nei mediobassi sono confuso da una
sensazione di eccessiva divisione tra i gruppi di frequenze alte e
basse. Effettivamente il diffusore è alto e forse richiederebbe un
ascolto da maggiore distanza, tipo a 2 metri e mezzo. Questa
sensazione, però, non necessariamente rappresenta una
incongruenza, perché la riproduzione di grossi complessi
orchestrali (musica sinfonica, lirica) ne trae vantaggio e avviene
in maniera direi quasi perfetta.
Porto le casse al destinatario e scopro che la sala dove le
colloca poco manca davvero ai 200 metri cubici dell’ultima
simulazione. Temo un poco questa prova.
All’ascolto direi che nulla è pregiudicato, come da simulatore.
Alte e medie frequenze cristalline, ariose e coerenti. I bassi
sono sempre quello che devono essere, senza rimbombi e senza
mancare di farsi sentire. I medio bassi sempre come li avevo
lasciati, in corso di miglioramento. Probabilmente è una mia
fisima perché nessuno si è lamentato, forse dopo anni di musica
ascoltata con pessimi apparecchi (o con le cuffie del computer)
non sono più abile ad apprezzare una musica realistica completa
anche delle frequenze più alte, allora mi sembra di sentire delle
anomalie nelle altre.
Una lezione che mi sento di dare, quindi, è che non c’è niente di
più attendibile per misurare dello strumento di misura. Non
fidiamoci delle orecchie, non aggiustiamo i crossover ad orecchio,
al più ascoltiamo per verifica, ma non per messa a punto. Appena
potrò, allestirò un PC per eseguire misure audio, anche se
occorrono comunque microfoni di qualità ed esperienza: come non
sono un falegname non sono manco un tecnico del suono.
Le spese
Cosa |
Dove
|
Costo totale |
Altoparlanti + spedizione |
Teleprodottistore |
189€ |
Componenti per crossover e 4 spinotti |
Negozio
di attrezzature per DJ e accessori audio |
83€ |
Seghetto
da traforo e lame di ricambio |
Castorama |
12€ |
Liste da
2 metri di cornice in pino a quarto di tondo |
Castorama |
12€ |
MDF
da 16, 10 e 8 mm di spessore, tagliato su misura |
Legnomarket |
62€ |
12 metri
per 20cm di impiallacciato autoadesivo di noce del Tanganica |
Legnomarket |
48€ |
Olio
detergente per legno |
Coop |
2€ |
Pennelli |
Legnomarket |
1.5€ |
Catramina |
ferramenta |
4€ |
Fondo
bianco per legno |
ferramenta |
4€ |
Manopoline in pino per
cassetti |
Legnomarket |
2€ |
Colorante
per vernici |
Castorama |
1€ |
Stucchi
per legno di Pino e Noce (2 tubetti distinti) |
Castorama |
7€ |
1m di
tubo in PVC e 4 raccordi a 45° da 8 cm di diametro |
Castorama |
7€ |
Colla
vinilica normale (500g) e a presa rapida (300g) |
Legnomarket |
10€ |
15m di
filo da 2.5mm di sezione |
Da un
elettricista |
10€ |
Fonoassorbente: 1 metro quadro di lana di vetro e 1 metro x
40 cm di spugna acrilica. |
Negozio
di coibentanti termici e acustici |
9€ |
Nastro
isolante |
Da un
elettricista |
0.5€ |
Viti di
ottone di varia misura. |
Castorama |
2€ |
Totale |
|
465€ |
 |
 |
SipeDT2880P8-1 |
il diffusore finito |
 |
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