Prototipo di diffusore
auto-costruito ad alta efficienza a dipolo.-
Nell'estate del 2005 ho deciso di
utilizzare alcuni altoparlanti che avevo acquistato da circa un
anno e di dare vita ad un progetto che già da tempo mi “girava”
per la testa.
Avevo già sperimentato il
“dipolo” con vari trasduttori ma l'idea principale era
quella di adottare tale configurazione di carico con un
altoparlante ad alta efficienza; nella fattispecie il
conosciutissimo Ciare PM200, altoparlante a gamma estesa della
serie “Professional”.

Le tavole incollate e stuccate
So che i parametri acustici di tale
trasduttore non si adattano perfettamente ad un diffusore dipolare
ma ho voluto ugualmente provare ad imbarcarmi in tale avventura.
Avevo in garage un grande pannello
di multistrato fenolico di pioppo da 21 mm, pertanto, dopo la
progettazione (durata, ahimè, alcuni mesi), durante l'inverno ho
tagliato le tavole di misura e nel mese di Settembre 2006 ho
assemblato il tutto, con abbondante colla americana e tanto...tantissimo
stucco (lo ammetto: i tagli non erano precisissimi...).
Per la verniciatura ho utilizzato
dell'impregnante Max Meyer, tinta Douglas e finitura con turaporo
ad acqua, tutto a pennello.
Il risultato estetico è buono ma va
specificato che si tratta di un prototipo e
non di una versione definitiva.
Conscio del fatto che il PM 200 a
gamma estesa, soprattutto se montato su pannello, non genera delle
ottime basse frequenze, ho deciso di abbinare al dipolo una
sezione sub con un poderoso woofer Ciare HW321, il tutto in un
unico mobile; per le alte frequenze ho optato sul tweeter a tromba
Ciare PT262, anch'esso trasduttore della serie “Professional” noto
per la sua elevata efficenza. Ripeto che trattasi di altoparlanti
che già possedevo, ancora nuovi ed inscatolati.

la levigatura delle assi
Chiaramente, mettere d'accordo tali
tre componenti non è stato facile; il dimensionamento del dipolo è
stato fatto utilizzando le solite e conosciute formule e non
dovendo ottenere dal PM 200 una estensione alle basse frequenze,
mi sono limitato ad un pannello calcolato per frequenze fino a
circa 200 Hz, anche consapevole del fatto che avrei abbinato al
medesimo il Ciare HW321 con il filtro cross-over Ciare HF220 da
12/6 dB/Oct con i condensatori leggermente differenti da quelli
originali, per una frequenza di incrocio intorno ai 200 Hz anziché
ai 120 Hz dichiarati.
Vorrei aggiungere che per il
dimensionamento del dipolo mi è stato molto utile il manuale
“Sistemi di carico per altoparlanti” di Alberto Bellino (non mi
stancherò mai di sostenere che si tratta di un ottimo strumento
per tutti gli auto costruttori di diffusori acustici).
Oltre ad un dimensionamento corretto
del mobile ho dovuto però anche sottostare ad esigenze di spazio
dell'ambiente ove solitamente ascolto la musica (il salotto della
mia compagna, già “riempito” di diffusori acustici) e pertanto non
ho potuto eccedere, come invece solitamente faccio, con le
dimensioni finali, accettando anche qualche piccolo compromesso.
Per una esigenza dettata
esclusivamente dai miei gusti personali ho volutamente lasciare
libero alle alte frequenze il PM 200, abbinando ad esso il Tweeter
Ciare PT262 esclusivamente con un passa alto da 18 dB/Oct (il
Ciare PF100, con frequenza teorica di taglio a 8000 Hz).

il prodotto fonoassorbente
Così facendo il PM200 riproduce
tutte le frequenze fino ad un decadimento della risposta naturale
ed intrinseco nella propria costruzione, aiutato poi in alto dal
predetto tweeter PT262.
Il volume basso dedicato al woofer è
di circa 70 litri netti, accordato a 40 Hz, con due tubi di
accordo; ho cercato il giusto compromesso fra quanto desunto dalle
simulazioni al P.C. e le formule cartacee, facendo in maniera che
l'efficenza del diffusore si mantenesse su valori abbastanza alti,
anche sacrificando (ma neppure molto...) l'estensione alle
bassissime frequenze, a tutto vantaggio di un basso più “veloce” e
con un certo “punch”.
E' un prototipo e pertanto
gli affinamenti verranno con il tempo!
Sapevo a priori che il PM 200 è un
componente “pro” che “si mette in mostra” molto facilmente ma ha
di buono una grande tenuta in potenza, una gamma riproducibile
effettivamente abbastanza estesa ed un costo decisamente
contenuto; così ho pensato di applicare ad esso un attenuatore
variabile Ciare da 100 watt al fine di trovare il giusto
compromesso per allinearlo con gli altri trasduttori; sia per il
PM 200, sia per il PT262 ho calcolato ed applicato delle celle RC
per linearizzarne l'impedenza (componente induttiva) con il salire
della frequenza.
Attualmente è tutto cablato in aria
perché, prima di realizzare una versione definitiva del diffusore,
credo che vi “armeggerò” ancora...
Le dimensioni
esterne sono “umane”, abbastanza generose ma
neppure gigantesche:
●
Altezza totale: cm 110 (ruote escluse);
●
Larghezza baffle: cm 44;
●
“Alette” laterali che “ripiegano” il dipolo: cm
17;
●
Profondità max: cm 44;
●
Altezza max mobile sub: cm 55;
Il peso si aggira intorno ai 30 Kg
per diffusore. L'interno del mobile ove alloggia il Ciare HW321,
le tavole laterali in massello e la parte posteriore del dipolo
sono rivestite con poliuretano bugnato a celle aperte di media
densità. Le tavole laterali (le “alette”), indispensabili per
“ripiegare” il dipolo (senza di esse occorrerebbe un baffle
frontale troppo largo ed ingombrante) sono due semplici tavole di
abete da circa 18 mm di spessore, piallate, carteggiate ed
applicate con tanta (tantissima!) colla al resto del mobile e
stuccate con tanto (tantissimo!) stucco e come ho detto sopra
rivestite nella parte interna con il fono assorbente.

la verniciatura e
asciugatura
Per le regolazioni dell'emissione
del PM200 ho applicato il summenzionato attenuatore con la
relativa manopola posta sul baffle frontale, subito sotto
all'altoparlante. Tale regolazione si è rivelata indispensabile
per ottenere il giusto equilibrio timbrico dei diffusori; infatti,
appena provati, ho notato una gamma media molto presente,
piacevole a basso volume di ascolto, ma troppo enfatizzata a
volumi sostenuti: il PM 200 urlava come un forsennato. Con l'attenuatore
è tutta un'altra storia e posso ascoltare piacevolmente le medie
frequenze della mia amplificazione a tubi.

altre fasi del montaggio
Le prove di ascolto sono state
effettuate sia con amplificazione a tubi (T.A.C.34+Jolida JD100S),
sia con amplificazioni allo stato solido (ho appena preparato
l'articolo che spedirò quanto prima e spero verrà pubblicato a
breve); la tenuta in potenza è elevatissima e la riproduzione
sonora è autorevole (questo è il termine che mi è venuto
immediatamente in mente).

la vista da dietro
Le basse frequenze sono decise,
potenti e sempre controllate; anche con generi musicali moderni e
molto ritmati il “punch” è notevole (sono pugni nello stomaco)
senza code e mai impastato.
La gamma alta è decisamente
presente, proprio come la volevo io; dopo l'inserimento di una
bella resistenza da 4,7 ohm – 10 watt è divenuta però più
piacevole (sto studiando una L-Pad dedicata...); la gamma media è
molto simile a quella che ho ascoltato molte volte su biconici
larga banda: le voci sono belle, presenti, realistiche e il
dipolo, se ben posizionato in ambiente, rende l'evento musicale
molto “live”. Le percussioni della musica latino-americana-cubana
sembra che provengano dalla stanza stessa e non dai diffusori.
Fondamentale è che nella stanza non vi siano fenomeni di echi o
rimbombi e i diffusori vanno posizionati piuttosto lontano dalle
pareti, sia da quelle laterali, sia da quella di fondo. A giorni
dovrei aggiungere altro fonoassorbente sul retro del dipolo per
verificare quanto possa influenzare o meno sulla resa sonora
complessiva del diffusore.

sempre Marco con le sue creazioni
Allo stato dei fatti
ritengo di aver centrato gli obiettivi che mi ero proposto:
●
Utilizzare gli altoparlanti che avevo in casa
facendo qualcosa di “diverso” dal convenzionale;
●
Realizzare un diffusore da abbinare principalmente
ad una amplificazione valvolare, con una alta
efficenza;
●
Avere comunque una elevata tenuta in potenza (che
non guasta mai...);
●
Ottenere un suono molto “vivo” alle medie
frequenze, simile a quanto solitamente ascolto con i doppio-
cono, ma che si estendesse bene sia ai bassi, sia all'estremo
acuto;
●
Non spendere una follia;
●
Divertirmi nella realizzazione...
Credo di essere riuscito
nell'intento e spero di partecipare anche quest'anno alla
manifestazione “Sonora” a Carpi (MO) per scambiare opinioni e
critiche sul mio operato.
Saluti doverosi vanno ad Alessandro
(il “Buonuomo” che mi spinge ad “osare” con le mie idee), alla mia
compagna Barbara (MOLTO paziente) e Davide Sbisà, sempre curioso e
attento alle mie realizzazioni!!
Marco71 (schiaffo71@hotmail.com).-

Ed ecco l'amico Sandro
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