Autocostruzione        

 

Prototipo di diffusore auto-costruito ad alta efficienza a dipolo di Marco

 

 

Gli e presa proprio male l'autocostruzione !!!!!!!!!!!!!!!

 

 Di cosa si tratta

Tre vie alta efficienza

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Chi lo ha costruito

Marco  schiaffo71@hotmail.com

Caratteristiche particolari

Un mix  dipolo + reflex

Mia presentazione

Marco  e il suo amico Sandro hanno veramente una passione grandissima per l'autocostruzione , se girate per il sito troverete tante loro realizzazioni  ... Tutte costruite con amore e grande cura .. ecco un altro progetto.

 

Prototipo di diffusore auto-costruito ad alta efficienza a dipolo.-

 

Nell'estate del 2005 ho deciso di utilizzare alcuni altoparlanti che avevo acquistato da circa un anno e di dare vita ad un progetto che già da tempo mi “girava” per la testa.

Avevo già sperimentato il “dipolo” con vari trasduttori ma l'idea principale era quella di adottare tale configurazione di carico con un altoparlante ad alta efficienza; nella fattispecie il conosciutissimo Ciare PM200, altoparlante a gamma estesa della serie “Professional”.

 

Le tavole incollate e stuccate

 

So che i parametri acustici di tale trasduttore non si adattano perfettamente ad un diffusore dipolare ma ho voluto ugualmente provare ad imbarcarmi in tale avventura.

Avevo in garage un grande pannello di multistrato fenolico di pioppo da 21 mm, pertanto, dopo la progettazione (durata, ahimè, alcuni mesi), durante l'inverno ho tagliato le tavole di misura e nel mese di Settembre 2006 ho assemblato il tutto, con abbondante colla americana e tanto...tantissimo stucco (lo ammetto: i tagli non erano precisissimi...).

Per la verniciatura ho utilizzato dell'impregnante Max Meyer, tinta Douglas e finitura con turaporo ad acqua, tutto a pennello.

Il risultato estetico è buono ma va specificato che si tratta di un prototipo e non di una versione definitiva.

Conscio del fatto che il PM 200 a gamma estesa, soprattutto se montato su pannello, non genera delle ottime basse frequenze, ho deciso di abbinare al dipolo una sezione sub con un poderoso woofer Ciare HW321, il tutto in un unico mobile; per le alte frequenze ho optato sul tweeter a tromba Ciare PT262, anch'esso trasduttore della serie “Professional” noto per la sua elevata efficenza. Ripeto che trattasi di altoparlanti che già possedevo, ancora nuovi ed inscatolati.

 

la levigatura delle assi

 

Chiaramente, mettere d'accordo tali tre componenti non è stato facile; il dimensionamento del dipolo è stato fatto utilizzando le solite e conosciute formule e non dovendo ottenere dal PM 200 una estensione alle basse frequenze, mi sono limitato ad un pannello calcolato per frequenze fino a circa 200 Hz, anche consapevole del fatto che avrei abbinato al medesimo il Ciare HW321 con il filtro cross-over Ciare HF220 da 12/6 dB/Oct con i condensatori leggermente differenti da quelli originali, per una frequenza di incrocio intorno ai 200 Hz anziché ai 120 Hz dichiarati.

Vorrei aggiungere che per il dimensionamento del dipolo mi è stato molto utile il manuale “Sistemi di carico per altoparlanti” di Alberto Bellino (non mi stancherò mai di sostenere che si tratta di un ottimo strumento per tutti gli auto costruttori di diffusori acustici).

Oltre ad un dimensionamento corretto del mobile ho dovuto però anche sottostare ad esigenze di spazio dell'ambiente ove solitamente ascolto la musica (il salotto della mia compagna, già “riempito” di diffusori acustici) e pertanto non ho potuto eccedere, come invece solitamente faccio, con le dimensioni finali, accettando anche qualche piccolo compromesso.

Per una esigenza dettata esclusivamente dai miei gusti personali ho volutamente lasciare libero alle alte frequenze il PM 200, abbinando ad esso il Tweeter Ciare PT262 esclusivamente con un passa alto da 18 dB/Oct (il Ciare PF100, con frequenza teorica di taglio a 8000 Hz).

 

il prodotto fonoassorbente

 

Così facendo il PM200 riproduce tutte le frequenze fino ad un decadimento della risposta naturale ed intrinseco nella propria costruzione, aiutato poi in alto dal predetto tweeter PT262.

Il volume basso dedicato al woofer è di circa 70 litri netti, accordato a 40 Hz, con due tubi di accordo; ho cercato il giusto compromesso fra quanto desunto dalle simulazioni al P.C. e le formule cartacee, facendo in maniera che l'efficenza del diffusore si mantenesse su valori abbastanza alti, anche sacrificando (ma neppure molto...) l'estensione alle bassissime frequenze, a tutto vantaggio di un basso più “veloce” e con un certo “punch”.

 

E' un prototipo e pertanto gli affinamenti verranno con il tempo!

 

Sapevo a priori che il PM 200 è un componente “pro” che “si mette in mostra” molto facilmente ma ha di buono una grande tenuta in potenza, una gamma riproducibile effettivamente abbastanza estesa ed un costo decisamente contenuto; così ho pensato di applicare ad esso un attenuatore variabile Ciare da 100 watt al fine di trovare il giusto compromesso per allinearlo con gli altri trasduttori; sia per il PM 200, sia per il PT262 ho calcolato ed applicato delle celle RC per linearizzarne l'impedenza (componente induttiva) con il salire della frequenza.

Attualmente è tutto cablato in aria perché, prima di realizzare una versione definitiva del diffusore, credo che vi “armeggerò” ancora...

Le dimensioni esterne sono “umane”, abbastanza generose ma neppure gigantesche:

      Altezza totale: cm 110 (ruote escluse);

      Larghezza baffle: cm 44;

      “Alette” laterali che “ripiegano” il dipolo: cm 17;

      Profondità max: cm 44;

      Altezza max mobile sub: cm 55;

Il peso si aggira intorno ai 30 Kg per diffusore. L'interno del mobile ove alloggia il Ciare HW321, le tavole laterali in massello e la parte posteriore del dipolo sono rivestite con poliuretano bugnato a celle aperte di media densità. Le tavole laterali (le “alette”), indispensabili per “ripiegare” il dipolo (senza di esse occorrerebbe un baffle frontale troppo largo ed ingombrante) sono due semplici tavole di abete da circa 18 mm di spessore, piallate, carteggiate ed applicate con tanta (tantissima!) colla al resto del mobile e stuccate con tanto (tantissimo!) stucco e come ho detto sopra rivestite nella parte interna con il fono assorbente.

 

la verniciatura e  asciugatura

 

Per le regolazioni dell'emissione del PM200 ho applicato il summenzionato attenuatore con la relativa manopola posta sul baffle frontale, subito sotto all'altoparlante. Tale regolazione si è rivelata indispensabile per ottenere il giusto equilibrio timbrico dei diffusori; infatti, appena provati, ho notato una gamma media molto presente, piacevole a basso volume di ascolto, ma troppo enfatizzata a volumi sostenuti: il PM 200 urlava come un forsennato. Con l'attenuatore è tutta un'altra storia e posso ascoltare piacevolmente le medie frequenze della mia amplificazione a tubi.

 

altre fasi del montaggio

 

Le prove di ascolto sono state effettuate sia con amplificazione a tubi (T.A.C.34+Jolida JD100S), sia con amplificazioni allo stato solido (ho appena preparato l'articolo che spedirò quanto prima e spero verrà pubblicato a breve); la tenuta in potenza è elevatissima e la riproduzione sonora è autorevole (questo è il termine che mi è venuto immediatamente in mente).

 

la vista da dietro

 

Le basse frequenze sono decise, potenti e sempre controllate; anche con generi musicali moderni e molto ritmati  il “punch” è notevole (sono pugni nello stomaco) senza code e mai impastato.

La gamma alta è decisamente presente, proprio come la volevo io; dopo l'inserimento di una bella resistenza da 4,7 ohm – 10 watt è divenuta però più piacevole (sto studiando una L-Pad dedicata...); la gamma media è molto simile a quella che ho ascoltato molte volte su biconici larga banda: le voci sono belle, presenti, realistiche e il dipolo, se ben posizionato in ambiente, rende l'evento musicale molto “live”. Le percussioni della musica latino-americana-cubana sembra che provengano dalla stanza stessa e non dai diffusori. Fondamentale è che nella stanza non vi siano fenomeni di echi o rimbombi e i diffusori vanno posizionati piuttosto lontano dalle pareti, sia da quelle laterali, sia da quella di fondo. A giorni dovrei aggiungere altro fonoassorbente sul retro del dipolo per verificare quanto possa influenzare o meno sulla resa sonora complessiva del diffusore.

 

sempre Marco con le sue creazioni

 

   Allo stato dei fatti ritengo di aver centrato gli obiettivi che mi ero proposto:

      Utilizzare gli altoparlanti che avevo in casa facendo qualcosa di “diverso” dal convenzionale;

      Realizzare un diffusore da abbinare principalmente ad una amplificazione valvolare, con una alta             efficenza;

      Avere comunque una elevata tenuta in potenza (che non guasta mai...);

      Ottenere un suono molto “vivo” alle medie frequenze, simile a quanto solitamente ascolto con i doppio-    cono, ma che si estendesse bene sia ai bassi, sia all'estremo acuto;

      Non spendere una follia;

      Divertirmi nella realizzazione...

  Credo di essere riuscito nell'intento e spero di partecipare anche quest'anno alla manifestazione “Sonora” a Carpi (MO) per scambiare opinioni e critiche sul mio operato.

Saluti doverosi vanno ad Alessandro (il “Buonuomo” che mi spinge ad “osare” con le mie idee), alla mia compagna Barbara (MOLTO paziente) e Davide Sbisà, sempre curioso e attento alle mie realizzazioni!!

 

Marco71 (schiaffo71@hotmail.com).-

 

Ed ecco l'amico Sandro

 

 

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