In Giappone con le
foglie di banana ci fanno i Fostex, con le foglie…
ovvero
“Storia di un monovia Italiano”
Ringrazio il mio Amico
Antonio che mi ha convinto a fare tutto ciò.
Caro Davide e Cari
Appassionati,
dopo averci tartassato
le orecchie con i candidi Fostex, sono a raccontarvi la nascita di
un monovia di provenienza italica. Sarà per spirito patriottico,
ma ho preferito premiare un prodotto che secondo me non ha nulla
da invidiare rispetto al “giapponese”, certo non ci sono le foglie
di banana ma solo comune cellulosa, vedremo…
Ho scelto chiaramente
un trasduttore (PH250) e un progetto Ciare e per ora non voglio
imbattermi nelle varie trombe e trombette che girano sul web.
La costruzione del
mobile, anche se di forma piuttosto semplice, ha richiesto una
“faticaccia” non indifferente. Il legno usato è mdf da 19 mm. per
il frontale ed i setti interni, multistrato di pioppo da 25 mm.
per il resto. Il progetto prevedeva un’altezza non molto consona
ad un comune punto di ascolto, quindi ho provveduto ad aumentare
l’altezza ricavando uno spazio per la zavorra. Il montaggio è
stato effettuato esclusivamente con l’uso di colla vinilica e
molto molto peso!

Inizialmente ho forato
il pannello anteriore e ho incollato il sughero creando lo scasso
per mandare a filo il trasduttore.
Dopo aver incollato il
resto del mobile, ho proceduto alla lisciatura delle giunzioni tra
i pannelli e dell’intero mobile. Ho effettuato lo scasso (a mano)
per la vaschetta portacontatti e arrotondato tutti gli angoli.
Questo è stato il lavoro più faticoso e “polveroso” dato che
comunque ha richiesto una certa precisione ed accuratezza.
Poi ho applicato
quattro mani di mordente all’acqua color mogano, carteggiando tra
una e l’altra con carta abrasiva piuttosto fine. Infine sotto con
il turapori e antirombo a profusione (ne ho usato circa 5 kg.!)
Chiaramente ho calcolato lo spazio che avrebbe occupato tutto
l’antirombo, provvedendo a modificare le misure interne, anche se
di poco.

Una volta asciugato il
tutto ho inserito il fonoassorbente e zavorrato il mobile nella
parte inferiore per circa 10 Kg. ogni diffusore. Ho preferito
inserire la sabbia in sacchetti di plastica, almeno così dovrebbe
vibrare di meno, e tra ogni sacchetto ho messo del fonoassorbente
avanzato per bloccare i sacchetti stessi. La sabbia usata è
quella…per la lettiera dei gatti. Ho un gatto e nel tempo ho
notato che questo materiale ha un peso specifico molto alto e poi
con pochi soldi se ne prende una gran quantità, in più assorbe
anche l’umidità.
Dopo altri due giorni
ho dato un’ultima mano di turapori che è stata carteggiata
finemente e ho passato uno strato di cera per rifinire il tutto.

Infine ho incollato il
pannello frontale che avevo preventivamente rivestito in sughero.
Purtroppo non ho trovato un foglio di sughero di spessore 9 mm.
abbastanza grande per fare un unico pannello, quindi ne ho
accostati due (la parte più chiara che si intravede è stucco che
ho poi colorato per renderlo invisibile). Ho inserito del mastice
(grey tak) sullo scasso per i trasduttori al fine di scongiurare
gli “spifferi”. Lo stesso mastice l’ho inserito nello scasso della
vaschetta porta contatti posteriore per lo stesso motivo.
Per ultimo, ho inserito
i Ciare PH250 nella loro sede utilizzando viti in acciaio inox
(non serve l’acciaio ma sono molto belle e non si slabbrano se
devono essere smontate e rimontate più volte).
tempo impiegato? 6/7
ore per 10 giorni…

Il tutto è stato
acquistato in negozi normalissimi dove mi servo da molti anni e
non ho avuto il minimo problema di reperibilità del materiale. Il
grosso della spesa complessiva è stata la manodopera…
Ora sto sviluppando un
filtro per dare una “sistemata” alle medie frequenze.

Comunque appena accesi
erano da buttare, ma dopo…a buon intenditor poche parole!
Tra un mese circa
(tempo permettendo) vi comunicherò le mie impressioni.
Chiunque abbia voglia
di ascoltarli, può tranquillamente contattarmi al n.328.365.26.26
per prendere un appuntamento. Vorrei mettere in produzione questo
diffusore ad un prezzo molto contenuto.
Saluti cordiali a
tutti, Andrea.
babylonmusic@tiscali.
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Il Monovia Italiano – parte II
Modifiche ed ascolto
Ciao Davide,
spero vorrai pubblicare
questo piccolo articolo.
Sono nuovamente a
scriverti per comunicarti le novità apportate al mobile ed al
trasduttore Ciare.
Dopo vari pensieri che
mi hanno invaso la mente durante l’ascolto, ho deciso di
ricostruire completamente il mobile in versione diciamo “senza
compromessi” (o quasi…)!
Premesso che l’estetica
è rimasta praticamente identica, le modifiche che hanno
interessato il mobile sono state:
-
innalzamento del centro del traduttore di 20 mm.;
-
raddoppio
dello spessore del pannello frontale (ora 47 mm.);
-
inserimento di 3 listelli di rinforzo (2 sul fronte/retro e 1 dx/sx);
-
ho
cambiato l’assorbente acustico con uno di minor spessore;
-
eliminazione della vaschetta posteriore;
-
utilizzo
di cavo argentato;
-
smorzamento del cestello e del magnete del Ciare;
-
migliore
finitura del mobile.
Tutto ciò mi è costato
20 giorni di lavoro, ma alla fine sono rimasto soddisfatto.
Con questi interventi
il mobile ora si presenta come un blocco unico molto pesante (35
kg. ognuna) e praticamente privo di risonanze.
Dopo un breve rodaggio,
ho iniziato a capire la filosofia di questi diffusori.
La caratteristica che
mi ha colpito immediatamente è stata la scena virtuale e la messa
a fuoco dei vari strumenti. Mi spiego meglio: mi si è presentata
davanti una scena nettamente a fuoco ed immobile, la definizione
dei singoli strumenti è stupefacente. Le tre dimensioni sono molto
realistiche e ho guadagnato molto sia in larghezza che in
profondità.
Un’altra caratteristica
importante è che, almeno con alcuni cd, sembra che i diffusori
scompaiano completamente. Ad esempio con un cd Chesky rec. Passos
& Carter “Entre amigos”, mi sembra di essere nella sala dove è
stato registrato, la presenza di tutte le componenti sembra reale.
Per quanto riguarda le
caratteristiche timbriche posso dire tranquillamente di avere
completezza in tutte le frequenze: il basso è corposo e non invade
mai le frequenze superiori, la voce è pulita e mai troppo in
evidenza e non vedo proprio la necessità di inserire un eventuale
“supertweeter”…
Comunque le trovo molto
piacevoli da ascoltare, per lo meno con il Jazz.
Necessitano sicuramente
di cavi di potenza trasparenti e mai ridondanti e di
apparecchiature ottime a monte della catena. Non perdonano le
manchevolezze dell’impianto e tantomeno del software.
Una nota basilare nella
costruzione di questo tipo di diffusori: NON INSERITE CROSSOVER!!!
Perderete tutto il
fascino di questi monovia e in compenso avrete un impasto di suoni
senza senso.
Ora (moneta
permettendo) vorrei dedicarmi ai Fostex FE206E….vedremo che
succede.
Purtroppo niente foto,
la digitale era in prestito.
Saluti a tutti, Andrea
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