Lo Zen e il pulsante dell’autocostruzione

di Massimo Vassallo  theknack@tiscali.it   (cfr. gli amici)

“Questo è suonato…”

Qui trovate le 99 di Andrea

Ecco il risultato di sei mesi di impegno

Mentre questo è il disegno  originale, da cui tutto è cominciato

Gli ingegneri della casa giapponese Fostex hanno progettato questo diffusore DBR (Doppio bass reflex) - http://www.fostex.co.jp/int/pages/sets/prodset.htm - per gli altoparlanti FE206E della stessa casa -. Vi è stato aggiunto  dall’autocostruttore francese e mio amico, Pascal Tajan, (http://www.ifrance.com/ptsoundlab/ ) un supertweeter e il doppiofondo pieno di sabbia, allo scopo di agevolare le basse frequenze e di stabilizzare il diffusore.

Questa seconda miglioria, fatta appositamente, ha determinato il cambiamento più vistoso e a mio giudizio meglio riuscito dal punto di vista estetico, cioè un rialzo di 17,4cm nella cassa (24mm di betulla multistrato) che snellisce il mobile e contribuisce  alla sua eleganza. Almeno, a me pare elegante.

IMPORTANTE: il diffusore “99” è stato pensato dai progettisti giapponesi per un pannello di Mdf da 18mm. Va da sè che si possano utilizzare altri spessori e altri legni, io l’ho fatto, l’importante sarà il rispetto delle misure interne oppure, se fate casse con anche il design differente, della volumetria: 56  litri.

Cari amici di www.audiocostruzioni.com

L’articolo è già abbastanza lungo senza che vi annoi con premesse di stampo teorico, quindi mi limito a ringraziare per il fattivo contributo a questo progetto Pascal Tajan, Davide Sbisà, Luca Abati.

Altri hanno collaborato nello spirito di Internet – in modo disinteressato – lasciando i loro suggerimenti a disposizione di tutti i navigatori: Lucio Cadeddu e i suoi collaboratori del sito tnt-audio.com, l’autocostruttore olandese Tony Gee (vedere il primo articolo), gli appassionati del sito Restauro antico, solo per citarne alcuni.

Nelle prossime pagine sarò piuttosto didascalico, una deformazione professionale che spero torni utile. Essendo questa la mia prima coppia di diffusori autocostruiti, ho infatti descritto i vari passaggi rivolgendomi nella sostanza a una persona nelle mie stesse condizioni di scarsa manualità.

Spero che i più esperti non si annoino troppo.

Ho dimenticato di sicuro delle cose, troverete differenze nei prezzi del materiale, ma in buona sostanza la cifra finale non cambierà di molto. Sempre che abbiate in casa una levigatrice orbitale, una pistola a colla oppure Davide Sbisà… in caso contrario qualcuno da cui farveli prestare -tutti e e tre- lo trovate sempre… ;-)

Come dicevano i Beatles: “Alla fine, l’amore che ricevi è pari all’amore che hai dato”

(dal brano “The End”, ultimo del “White Album”).

E adesso, finalmente… le cose serie

Una volta deciso il da farsi…

 

il primo passo è stato ordinare gli altoparlanti in Germania e insieme commissionare al mio amico e concittadino Luca, mobiliere in Salsomaggiore Terme (Parma), un foglio di multistrato di betulla da 24mm.

L’ho assistito, più che altro ho assistito, nel taglio di cui lui stesso aveva fatto il disegno e nelle successive lavorazioni, per un totale di otto ore circa.

Ragazzi… era il primo giorno di scuola!

Il foglio standard ha lasciato pochissimo scarto, quindi attenzione che il disegno dei tagli sia “intelligente” oppure ci si dovrà rassegnare a comprare un altro foglio da 130 euro per completare le casse.

Luca suggerisce di fare la spinatura, oltre all’incollaggio vinilico, perché aumenta la tenuta della cassa. Niente da eccepire, ci mancherebbe.

“Ci puoi entrare e salvarti la pelle, se il Po esonda di nuovo”. Vero anche questo, dato che con il multistrato di betulla a incollaggio fenolico ci fanno le barche.

Annoto di procurami dei remi, non si sa mai.

Ecco Luca con i pezzi tagliati e pronti…

la spinatura…

Si incollano solo i “maschi” delle spine nelle loro sedi, in modo da poter smontare tutto a casa mia quando dovrò lavorare sulle parti…

Le parti vanno al loro posto…

Si montano sia l’inserto forato tra camera del largabanda e camera del reflex, sia il divisorio per il doppiofondo alla base del diffusore…

Voilà !!!

Porto le casse a casa, e, dopo qualche tempo…

Carico i diffusori in auto, già così pesano circa 25 chili l’uno, provate a portarli prima su e poi giù per tre piani di scale da soli, non è cosa per ottuagenari… un viaggetto di un’ora in auto verso Carpi, provincia di Modena, alla volta del magico Davide Sbisà

Ed eccolo all’opera, mentre “scava” i fori per gli altoparlanti e si occupa della stondatura (di quella non ci sono foto perché servivano anche le mie scarse abilità, per far scorrere la cassa sulla combinata):

Grazie Davide!

D’improvviso compaiono dolci curve dove prima erano spigoli… mentre lavoriamo vengo colto da ispirazione…Fermo! Mi vanno bene così, non voglio le stondature laterali. Prego notate la svasatura del foro dove andrà il reflex, nella foto sotto, altro pezzo di bravura e stile di Davide (non mettete i piedini prima di verniciare o carteggiare… pare ovvio, eh?)

Si va a pranzo insieme al circolo del tennis, posto di lusso, poi torno a casa, dove prosegue l’avventura costruttiva, con la preparazione delle “99” in vista dell’incollaggio finale.

I fogli di antirombo adesivo Vibragel della Gelson sono costosi (42 euro) ma davvero pratici, veloci e facili da tagliare con le forbici e applicare. Ricordate – assolutamente – di spennellare una qualsiasi vernicetta o impregnante sul  legno prima, oppure se e quando vorrete staccarlo sarà un macello. Meglio lasciare libere ampie porzioni delle superfici interne, dato che si sta parlando di un prodotto efficace, che non richiede una copertura totale.

    

Ho cercato in Internet un tubo reflex che fosse esattamente 80mm di diametro esterno, come da progetto Fostex, non l’ho trovato.

Poi mi hanno detto che la misura corrisponde  a un tubo arancione da un metro per 3mm di spessore per lo scarico delle acque, circa tre euro in un magazzino di forniture edili.

Tagliarne due pezzi a 7,5 cm di profondità è stata ben altra faccenda, data la mia inesperienza nel “Fai da te”. Avete presente quando il Commendatore stritola la mano di Faust, mentre gli intima “Pentiti!” e lui urla “No!”… per dieci o venti volte di seguito?

Una scena del genere è avvenuta fra il tubo di plastica e me.

Ce l’ho fatta al tramonto del secondo giorno e alla terza coppia di tubi reflex gettata via, appena prima di trasformarmi in lupo mannaro.

Li ho poi passati con una bomboletta di nero opaco, montati chiudendo gli interstizi con colla vinilica rapida, poi bloccati con la pistola a colla nella cassa, chiudendo così anche le imperfezioni del foro nel legno. Infine ho ripassato tutto con l’antirombo a pennello, del tipo a rapida essiccazione che non lascia odore (dopo il primo giorno), come ulteriore sigillante e collante.

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