I monovia Fostex FE 127 di Sandro
Salve ragazzi, ho visto che l’argomento “diffusori monovia” suscita interesse ed anche qualche polemica, così credo che anche questa mia testimonianza possa starci bene. Premetto che dopo molti anni, esperienze variegate e tante peripezie audiofile (prima pochi soldi, poi la moglie – una vera santa se paragonata con altre di cui sento dire!!! - i figli e gli spazi limitati con cui fare i conti) ero già passato dall’originario binomio “stato solido + diffusori due vie” (in sequenza: Wharfedale, Monitor Audio, Sonus Faber, Suprem) a quello “valvole + monovia”. In particolare, sono rimasto colpito dal Fostex FE 103 S, che ho utilizzato per oltre due anni sia in una configurazione TQWT (rielaborando i Pennelloni di Audiokit) sia nella piccola tromba del Dr. Buschhorn, in unione con un SE di 6V6 autocostruito e con un Audio Note Kit Four, PP sempre di 6V6 (e sì, che ci volete fare, ognuno ha le sue debolezze!). Ovvio che entrambi gli ampli sono stati variamente ottimizzati e tweakkati nel corso del tempo! Di recente, volendo guadagnare qualcosa in basso e senza voler tradire Fostex, mi è venuta la fantasia di provare il nuovo FE 127 E. Così ne ho acquistata una coppia dal mio rivenditore tedesco di fiducia (lasciate perdere l’Italia se cercate Fostex: se vi interessa vi dico chi è, ma in separata sede, così nessuno mi accusa di comparaggio e comunque anche il più caro dei tedeschi fa prezzi molto migliori del più onesto degli italiani, ammesso che li troviate).
L’altoparlante è, a mio parere, molto interessante, assai più equilibrato del vecchio (per intenderci, quello con cupola parapolvere forata) e non afflitto dalla stessa sensazione di lentezza e di enfaticità del medio (che io ricordo davvero molto colorato e un po’ ruffiano). Niente male davvero per 99,00 Euro/coppia. L’ho provato, con molta calma, quasi in tutte le salse: TQWT, un Micro Onken da me riprogettato qualche tempo fa, sospensione pneumatica, dipolo (molto suggestivo, ma in effetti sotto la Fs c’è … il nulla). Alla fine, dopo circa un mese e mezzo, mi sono fatto un’idea precisa di come, sempre a mio parere, suonava meglio e, rivisto il progettino, ho scoperto per caso che era sostanzialmente identico al nuovo Omega Loudspeaker Super 3. Le dimensioni esterne sono le seguenti (in mm): 380 (A), 300 (L), 190 (P). Il baffle largo aiuta la gamma bassa e, nel contempo non compromette troppo la sensazione di ampiezza della scena. Il condotto di accordo ha un diametro di 50 mm ed è lungo (per il momento, non escludo ritocchi) 80 mm.
Lo vedete in foto: ne sono veramente molto molto soddisfatto. La costruzione del mobile però deve essere senza compromessi: io ho usato multistrato marino di okumé da 19 mm (che tra l’altro, anche al naturale, se ben levigato e pazientemente incerato fa un’ottima figura) e trattamento smorzante a più strati (sughero adesivo + falda acrilica + imbottitura di kapok + nuova falda acrilica + leggero strato di poliuretano sulla parete posteriore). La sovrapposizione degli strati con l’imbottitura crea un interno “tipo materasso”, da spillare con molta pazienza.
Il cablaggio al momento non è nulla di particolarmente esoterico: quattro spezzoni di cavo Ciare di ottima qualità costruttiva, formato da vari trefoli di rame oxigen-free riattorcigliati tra di loro ed inguainati di blu.
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