Autocostruzione

Il progetto Ciare 3.5

di Michele Lorenza e Simone Capretti

 

 

 

Di cosa si tratta

Diffusori 3 vie



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Chi lo ha costruito

Michele   MCAPRETZ@libero.it

Caratteristiche

Costruito e spiegato benissimo

 

 

Il progetto


 

Avevo da tempo una recondita voglia di cimentarmi nell’audiocostruzione.. e quale  migliore occasione della realizzazione del modello 3.5 della Ciare. Per la costruzione del  mobile ho seguito le indicazioni del progetto di Ciare, con alcune modifiche di carattere  estetico che hanno comportato una certa variazione del progetto di massima.



 

 

Disegno originale della Ciare 3.5 a sinistra. A destra sezione della cassa all’altezza di un woofer rivista al  Cad. Nella porzione anteriore della sezione si vede il doppio pannello che permette di ottenere la forma rastremata del frontale. In verde il rivestimento in listelli da 5 mm, in blu il pannello anteriore di protezione degli altoparlanti. In rosso il profilo della dima interna.

 

Dopo una prima elaborazione sommaria al Cad ho realizzato quattro dime trapezioidali per ogni mobile in compensato di pioppo da 18 mm, secondo le misure interne del progetto Ciare. Le dime sono state il fulcro della realizzazione del mobile che è iniziato con la realizzazione della parete di fondo in compensato di faggio da 22 mm, a cui è seguita la realizzazione delle pareti laterali in mdf da 20 mm di spessore. Vista la forma  trapezioidale tutte le parti necessitano di accurati tagli inclinati che possono essere ben realizzati con l’impiego di una sega circolare a lama inclinabile. Per migliorare l’aspetto del  frontale (vedi foto) ho realizzato un primo frontale in mdf da 20 mm a cui è stato poi  accoppiato il frontale vero e proprio in compensato di faggio da 22 mm. Per l’incollaggio ho  usato colla vinilica; per garantire un adeguato accoppiamento e per migliorare la  resistenza dei punti di incollaggio ho realizzato quattro spinature da 8 mm di diametro per ogni spigolo, il tutto ben bloccato da quattro viti autofilettanti (diametro 5 mm).

 


 

 

Fase di incollaggio del primo pannello frontale in mdf da 20 mm.  Per mantenere la forma voluta sono necessarie le dime, ben visibili in basso a dx, e viti autofilettanti da 30- 35 mm di lungh e diametro 5 mm per raggiungere una adeguata pressione durante la fase di incollaggio (vista la forma trapezioidale non è possibili impiegare con profitto pesi e morse).



 


 

Fase di incollaggio del fondo  rettangolare in compensato di faggio  da 22 mm. E’ importante procedere  sempre con la spinatura e con la realizzazione del preforo nei pannelli in mdf per le viti autofilettanti.



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L’mdf non è un materiale molto compatto, per cui è molto utile preforare prima di avvitare e non esagerare tirando eccessivamente le viti per non sfilettare il tutto, al contrario il compensato di faggio è estremamente duro e compatto e non teme perdite del filetto, ecco perché ho accoppiato i diversi materiali. In particolare il secondo pannello frontale è stato realizzato in compensato per permettere la sicura presa delle viti di fissaggio degli altoparlanti, anche in caso di ripetuti interventi di smontaggio e rimontaggio.

Per ridurre il rischio di ribaltamento della cassa ho realizzato il fondo a pianta rettangolare, sempre con il robusto compensato di faggio, cosa che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno bimbi, anche in funzione del notevole peso della realizzazione ultimata (già capitato che l’amichetta di mia figlia restasse sotto la cassa ribaltata…).

Avevo da alcuni anni fatto segare delle tavole da alcuni tronchi di olivo che mi erano stati regalati da un caro olivicoltore, quale migliore occasione per impiegare questo nobile legno. Ho quindi realizzato dei listelli di circa 20 cm per 2, spessore 5 mm con sega circolare e troncatrice provviste di lame adeguate (dentatura fine e denti in acciaio duro) e ne ho rivestito tutto il mobile. Il lavoro ha comportato un certo allungamento dei tempi di realizzazione e delle fasi successive di piallatura, levigatura e stuccatura. Per l’incollaggio delle liste ho impiegato colla vinilica (circa 1Kg); è molto utile l’impiego di carta nastro di  grosso larghezza quale sistema di fissaggio temporaneo dei listelli (provare per credere).


 

        

 

A sinistra le tavole di olivo, e i listelli ottenuti dalla loro sezionatura. A destra la fase di incollaggio dei listelli sul secondo pannello frontale. I listelli vanno scelti in fase di incollaggio per raggiungere un buon risultato estetico e posizionati in maniera sfalsata per migliorare il disegno complessivo creato dal gioco delle  venature.

 

I fori per gli altoparlanti sono stati realizzati con una fresa verticale appositamente  modificata sostituendo il platorello originale con uno munito di compasso autocostruito. Alla piallatura è seguita la stuccatura con pasta legno di colore neutro e successiva  levigatura con carta 180 e 240.

 

  

 

A sinistra è visibile la fresa verticale modificata con la realizzazione del compasso, per l’apertura dei fori circolari. La fresatura delle aperture è stata eseguita al termine dell’incollaggio dei listelli e ha interessato anche il secondo pannello anteriore in compensato; il primo pannello in mdf era già stato forato in precedenza per evitare di dover lavorare su grandi spessori. A sinistra il lavoro ultimato.

 

La mascherina è stata realizzata in truciolato spessore 8 mm. Le superfici sono laminate con fogli in pvc per aumentarne la resistenza e successivamente verniciate in nero e rivestite con tela acustica a nido d’ape fissata sul retro del pannello con semplici graffette e colla vinilica.

 

La Francy e il suo Tato mi danno

una mano a riportare sul pannello il

disegno della mascherina realizzato

al Cad.

  

Le mascherine pronte per la verniciatura. Per il taglio ho impiegato un seghetto alternativo con lama sottile per tagli curvi e la fresa verticale per le aperture circolari. Sempre con la fresa ho realizzato una svasatura a 45° per metà dello spessore del pannello lungo il bordo esterno delle mascherine per migliorarne l’impatto estetico.

 

 

 

L’interno della cassa è stato trattato con tre mani di vernice sottoscocca per autovetture, rivestito successivamente con fogli autoadesivi di “gommapiuma” opportunamente sagomata per ridurre il riverbero delle onde sonore.

A seguire per il completamento della superficie esterna ho dato due mani di turapori nitro e quindi nuova leggera levigatura con carta 400-600. Ho voluto una finitura tradizionale, luminosa, ma non eccessivamente lucida, per cui ho applicato una pasta con cera d’api e trementina a cui far seguire una lucidatura a mano.  La cassa poggia su quattro piedini realizzati con bulloni e dadi M6, per permettere  l’adeguamento alla scabrosità del pavimento.

Ho quindi acquistato l’elettronica da vari rivenditori; gli altoparlanti, il tubo d’accordo e il filtro crossover sono quelli indicati e prodotti da Ciare; il cavo per il cablaggio ha la sezione da 2,5 mm2, come indicato nel progetto originale.

Il montaggio dell’elettronica è stato realizzato da mio fratello Simone, senza particolari problemi. Il filto crossover è stato posizionato sul fondo della cassa, sotto al tubo di accordo, e per permetterne il giusto posizionamento è stato necessario eliminare due spigoli della basetta del circuito stampato.

 

   

 

A sinistra il filtro crossover HF 320 della Ciare pronto per l’installazione a seguito della rifilatura della basetta. A destra la fase di montaggio degli altoparlanti e del cablaggio. I cavi sono stati fatti correre nella fessura posta tra i fogli di isolante acustico nello spigolo posteriore della cassa, tra il fondo e le pareti laterali. Prima dell’avvitamento degli altoparlanti è stata inserito lungo le sedi di appoggio del materiale adesivo isolante, utile per evitare fastidiose vibrazioni.

 

Ed ecco la foto dei tre felici autocostruttori a realizzazione ultimata: il braccio (che di segatura ne ho fatti due sacchi), il tocco femminile (doppiamente impegnativo per il braccio, ma quando manca, poi si vede), il Perito (che altrimenti chissà cos’altro avrei realizzato).

 

 

Bello il risultato estetico, sia per forma trapezioidale e slanciata delle torri, che per la scelta della finitura in olivo, cosa che mi permetterà di tenere il tutto in salotto senza opposizioni femminili (l’audiofilo che non è single certamente capisce). Il disegno della  mascherina ricorda i modelli Chario, a cui sono ormai affezionato

 

    

 

 

Come suonano?

Molto dettagliate, di grande precisione ed equilibrio. Il timbro non è caldo ma giusto e la sezione dei bassi appare un po’ indietro (forse anche per la necessità di un buon rodaggio dell’elettronica e dei woofer). Bassi molto veloci e pronti, scena sonora ampia e ben ricostruita. Già intravedo penose difficoltà per le incisioni scarse…. Ahi pop e rock!

Sorprendente la grande orchestra. La qualità musicale e del mobile non è paragonabile a sistemi commerciali di pari prezzo,  per ovvi motivi; stimo che i prodotti commerciali confrontabili abbiano una soglia di prezzo intorno ai 2, 3 mila euro. A titolo di confronto, sono per dettaglio molto al di sopra delle Chario Syntar 100T e complessivamente confrontabili con Chario Cygnus. Per il collaudo “statico” basterà attendere la prossima festina di compleanno della piccola  Francy.

 

 

Vista d’insieme dell’impianto: il pilotaggio è operato dall’ampli Advance acoustic MAP-105 che non han problemi ad erogare la corrente richiesta delle Ciare 3.5, ed ora si vanta di mostrare a tutti le sue  potenzialità. La fonte musicale è un pc con sezione Dac autocostruito da Simone al quale vi rimando per  ogni chiarimento. Al centro è visibile lo schermo e il mouse dedicato alla gestione dell’enorme discografia contenuta nel misero spazio del pc, (il mobiletto sotto lo schermo con mascherina in noce). Quindi niente cd in giro pieni di polvere, che quando li cerchi non li trovi mai; tutto è semplicemente comodo, veloce e in  ordine.

 

Per il lavoro di falegnameria ho impiegato circa un mese (finesettimana e parecchie ore infrasettimanali, per circa 80-100 ore di lavoro complessive), l’elettronica è stata predisposta e montata in 5 ore circa.

Costi sostenuti:

- 600,00 € per altoparlanti, elettronica e cavi, spese di spedizione comprese;

- 70,00 € per mdf, compensati e pannelli di particelle (truciolato);

- 15,00 € per viteria e minuteria metallica varia;

- 15,00 € per carta abrasiva;

- 45,00 € per collanti e vernici;

- stimo in 100,00 € le tavole in olivo, legname di difficilissima reperibilità (in alternativa possono essere impiegate quale materiale di partenza liste per parquet in olivo a prezzi presumibilmente più alti)

- 5,00 € corrente elettrica.

TOTALE spesa 850,00 €

Consiglio vivamente la realizzazione a tutti coloro che hanno un certo grado di dimestichezza con la falegnameria e sono muniti di una certa disponibilità di elettroutensili (necessari: sega circolare, fresa verticale con compasso, seghetto alternativo, pialla elettrica, levigatrice rotoorbitale, trapano a colonna e saldatore a stagno) e di un garage spazioso e con vicini di casa e moglie pazienti. La realizzazione di un “mobile musicale” sa dare grandi soddisfazioni anche durante la fase costruttiva.  Buon lavoro e buon ascolto

Michele

mcapretz@libero.it

NOTE post rodaggio

Dopo circa un mese e mezzo di ascolto rileviamo che l’equilibrio generale è molto migliorato. I bassi ora sono ben presenti e ben smorzati, nulla di sorprendente o fastidioso alle basse frequenze. Anche l’iniziale affaticamento all’ascolto prolungato è oggi quasi assente. In particolare ponendo subito davanti al sistema un grande tappeto del tipo a pelo lungo, si ha un netto smorzamento del riverbero dei bassi sul pavimento. Gli alti non mi sembrano fastidiosi o fuori luogo, situazione che temevo per la presenza di diverse note negative che ho letto qua e la sui tweeter Ciare.

Dopo il rodaggio ci ha molto stupito il confronto diretto con il sistema Chario Cygnus, che inizialmente ci sembrava paragonabile, ma adesso bisogna ammettere che è molto al di sotto su ogni aspetto.

Ci ha stupito anche l’adattabilità del sistema rodato ai vari generi musicali. Il comportamento resta eccezionale con la grande orchestra; ottimo il comportamento con il jazz e la musica da camera. Niente male anche sul rock, che inizialmente sembrava  ingestibile, meglio se melodico, peggio se spaccatimpani.


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